Tor Pignattara, Zhou e Joy uccisi da un solo colpo. Killer tossicodipendenti?

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Fiori e candele davanti al portone della famiglia Zeng

ROMA, 6 GENNAIO – L’autopsia conferma. Un solo colpo ha ucciso prima la piccola Joy, poi si è conficcato nel cuore del padre Zhou, commerciante cinese di 31 anni. L’arma potrebbe essere una di quelle che non lasciano bossoli.

Trovare una pistola a Roma è facile, basta andare in uno dei numerosi campi rom. E’ facile anche per rapinatori inesperti, tagliaborse, ladruncoli, magari tossicodipendenti. Come si pressupone fossero i due killer del Quartier Tor Pignattara, sulla via Casilina. Forse avevano un complice: alcuni testimoni oculari parlano di uno scooter con tre uomini in fuga, dopo aver estirpato quella borsa che la mamma della bimba cinesa uccisa teneva stretta.

Il telefono contenuto nella borsa avrebbe consentito alle forze dell’ordine di ricostruire il percorso dei presunti killer negli istanti successivi al duplice omicidio. I Carabinieri del reparto investigativo stanno passando al setaccio la vita della famiglia cinese che gestiva un bar e l’agenzia di money transfer al suo interno.

L’ennesimo omicidio nella capitale costringe intanto il Viminale a prendere provvedimenti per dimostrare che lo stato è presente. 35 omicidi in due mesi, gambizzazioni e rapine quotidiane sono tali che restare immobili alle accuse è tanto criminale quanto la lunga lista di delitti.

Subito 130 agenti presidieranno il quartiere a più alto tasso criminale. Il piano sicurezza, portato all’attenzione dal ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri, è stato messo a punto da Questore, Prefetto e comandanti delle forze dell’ordine. Basterà?

Redazione

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