ROMA, 17 OTTOBRE – Con l’avvento della crisi economica c’era da aspettarsi anche un calo dei biglietti degli spettacoli al cinema. C’è chi scomoda l’apocalisse e chi parla di calo fisiologico. Chi incolpa, oltre la crisi economica, anche quella culturale. E c’è addirittura chi incolpa il pubblico e chi gli autori dei films. Ma un dato di fatto c’è ed è anche evidente: l’industria italiana del cinema non se la passa bene e nell’ annus horribilis dello spread, è un dato di fatto. Gli incassi del 2012, infatti, chiuderanno con un netto calo rispetto allo scorso anno e a farne le spese sono proprio i titoli nazionali.
Nell’anno in cui il made in Italy è tornato a sorridere nelle vetrine dei festival, infatti, il pubblico ha sonoramente bocciato i film italiani: basti pensare al caso di Bella Addormentata di Marco Bellocchio, che nonostante il passaggio alla Mostra di Venezia e la profondità del tema trattato (l’eutanasia), nel primo week end ha raccolto solo 392.966 euro. E a fatica supera in questi giorni il milione. Impresa che, in barba alla crisi, ai titoli americani sembra riuscire ancora: volano nel nostro paese i cartoni animati, con il dominio a fine estate di Madagascar 3 e quello autunnale de L’era glaciale 4, mentre i titoli in 3D, nonostante il salasso imposto alle famiglie (più di 40 euro a sera per un nucleo di quattro persone) continuano a incassare quel che basta per imporsi al vertice delle classifiche.
Per spiegare a grandi linee la crisi del cinema d’autore, si può puntare il dito contro la chiusura delle mono-sale, che sono indietro rispetto allo sviluppo delle tecnologie utilizzate dai cinema multi sala, più moderni e con attrezzature all’avanguardia rispetto alle altre. Ma questo non basta a giustificare la crisi dell’intero settore industriale del cinema. Ma se i cinema storici chiudono, i multiplex aumentano a vista d’occhio. Tanto che in Italia, dal 2003 ad oggi, gli schermi disponibili sono passati da 2568 a 3227.
A pesare, piuttosto, è la più generale crisi economica affiancata dalla crescita esponenziale della pirateria online, che avrebbe danneggiato soprattutto i risultati della prima parte del 2012: dal 1° gennaio al 26 agosto le presenze in sala sono diminuite del 18% rispetto al 2011, e gli incassi sono calati del 16%.
Il presidente dell’Anec, Lionello Cerri, spiega che questo dato è uno scarto quasi impossibile da recuperare, ma nonostante tutto non scoraggia i nostri autori. Secondo Cerri, gli incassi torneranno perché i talenti in Italia ci sono e si possono realizzare prodotti molto validi e che il pubblico possa apprezzare. Della stessa opinione è Max Bruno, regista e attore, che fa luce su un aspetto importante per quanto riguarda gli attori, che molto spesso si trovano a teatro e non fanno più il cinema, in quanto il cinema non è più quello di una volta, soprattutto quello d’autore.
Sabrina Bachini