Amy Winehouse, quel maledetto luglio di un anno fa

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LONDRA, 23 LUGLIOA settembre avrebbe compiuto 28 anni e invece si è spenta pochi giorni prima del suo compleanno quando ne aveva ancora 27 nel luglio afoso di un anno fa. Stiamo parlando ovviamente della morte di Amy Winehouse, una delle tante grandi artisti indiscusse del vasto panorama musicale internazionale, di cui oggi ricorre l’anniversario. Il 23 luglio dell’anno scorso la sua guardia del corpo trovò il corpo senza vita della cantante nella camera da letto della sua casa di Camden Square per “avvelenamento” da alcool. Solo un mese prima, durante l’ultimo concerto che aveva tenuto a Belgrado, si era presentata sul palco barcollante e strafatta, tanto da non riuscire a stare in piedi, figuriamoci a cantare. Aveva lasciato il palcoscenico tra i fischi del pubblico e la sua cattiva performance aveva fatto il giro del mondo attraverso il web e i telegiornali.  Quel che sarebbe accaduto da lì a poche settimane fu l’epilogo di quanto preannunciato. Il corpo, indebolito dai troppi eccessi di droghe e alcool, non ha retto.

Entrata e uscita più volte da centri di disintossicazione Amy Winehouse  ha fatto parlare di sé e del suo talento tanto quanto dei suoi scandali connessi all’uso di stupefacenti e per le alzate di gomito. Il padre della cantante ha confessato che, nonostante sia passato un anno, è difficile comunque convivere senza la presenza della figlia al suo fianco , “Ma sono contento perché lei sta avendo un impatto utile sul mondo attraverso la Fondazione che porta il suo nome. Anche dopo un breve periodo dalla sua scomparsa stiamo cominciando, o meglio, Amy sta cominciando ad avere un effetto positivo su molte vite di giovani svantaggiati” ha confessato in un’intervista.

La fondazione Amy Winehouse è stata lanciata lo scorso anno nel Regno Unito e ad aprile ha avuto il suo seguito negli Stati Uniti. Solo in Gran Bretagna la famiglia Winehouse ha raccolto più di un milione di dollari attraverso la pubblicazione dell’album postumo di Amy “Lioness: Hidden Treasures” assistendo diversi enti di beneficenza. Negli Stati Uniti la fondazione sta lavorando con la New Orleans Jazz Orchestra per sviluppare alcuni club doposcuola musicali e contribuire ai bisogni primari di bambini in condizioni di povertà in Louisiana. E non è tutto. Presto vedremo la vita dell’artista anche sul grande schermo.

Carla Iannacone

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