ROMA, 6 Giugno – Repressione, insoddisfazione, noia, egocentrismo, inquietudine, eccessi: gli ingredienti ci sono tutti. Persino i social network. Quello di Nima Nourizadeh è stato definito il film rivelazione dell’anno che cela una volontà di ribellione piuttosto evidente tra i giovani. Di cosa stiamo parlando? Il titolo la dice tutta. “Project X – Una festa che spacca” ha già fatto molto parlare di sé prima ancora della sua uscita. Basti pensare che negli USA è stato vietato ai minori di 17 anni ed è stato accusato di aver fatto salire il numero delle feste estreme dopo la sua proiezione nelle sale cinematografiche.
Questa la trama: i protagonisti sono Thomas, Costa e JB, tre ragazzi all’ultimo anno di liceo, intenti ad organizzare la festa più cool che si sia mai vista per ottenere visibilità tra i loro coetanei del college. Tuttavia la riuscita del party va ben oltre le loro capacità organizzative, tanto che alla fine la situazione sfugge loro di mano. Il divertimento senza regole diventa anarchia, il desiderio di far festa viene appagato solo attraverso le droghe, l’alcool e comportamenti esagerati, dove le regole di convivenza civile cedono il posto alle disinibizioni. Il tutto raccontato in stile mockumentary: oggigiorno chiunque con un cellulare può effettuare riprese video, e i partecipanti alla festa sono perfettamente in linea con la brama dell’apparire e dell’immortalare le proprie imprese per sentirle più vere.
L’esordiente Nima Nourizadeh, regista del film, e il produttore Todd Phillips di “Una notte da leoni”, hanno il merito di aver saputo narrare in questo film la cronaca della perdita di controllo dividendo il film in due parti: il momento che precede la festa, durante la sua preparazione, e quella della festa vera e propria, in un connubio tra inquietudine e divertimento che desta interesse. Il film è distribuito dalla Warner Bros e visibile nelle sale da oggi.
Carla Iannacone