MILANO, 27 Dicembre – Dopo la sua morte avvenuta la domenica di Natale, a 91 anni e in seguito a una breve malattia, oggi a Milano si celebrano nella basilica di San Vittore i funerali di Giorgio Bocca, l’ultimo grande giornalista. La cerimonia è stata intima, come desiderato dalla famiglia, senza autorità, ma aperta ai cittadini, che sono accorsi numerosi per un saluto a quel “grande montanaro che non la mandava a dire a nessuno”, come lo ha ricordato affettuosamente l’amico Umberto Eco.
Tra i partecipanti anche Gad Lerner, i direttori di Repubblica e Corriere della sera, Ezio Mauro e Ferruccio De Bortoli, il presidente della Fieg e dell’Ansa, Giulio Anselmi ,Gian Antonio Stella, Massimo Mucchetti. Tra i primi ad arrivare Jess Il Bandito, ovvero Il Vecchio Gesmundo della banda del furgone di Via Osoppo del 1858, un mito del crimine. Jess il Bandito dice di Bocca: “Mi ha scritto contro, duro, ma onesto, che ci posso fare, ero un rapinatore, e sono venuto per rendergli onore”.
Il Parroco Roberto Vignolo lo ha definito “Partigiano della parola con i piedi piantati per terra, credeva nel valore della verità che ha difeso dividendo i fatti dalle opinioni. La sua comunicazione – ha proseguito – è stata ruvida e abrasiva. Scriveva non tanto per blandire l’interlocutore, ma per ferirlo e suscitare attraverso un forte impatto una reazione di pensiero e morale” .
Dopo la funzione si è susseguita una lunga schiera di amici e colleghi nella casa milanese di Bocca, che,lascia un grande vuoto nel mondo del giornalismo. Nicoletta, la figlia, si augura che ci sia spazio sufficiente per giovani con la sua stessa “misura, lucidità e cuore” che possano prendere il suo posto.
Elena Aceto