LOS ANGELES, 13 Ottobre – Ancora guai per Conrad Murray, il medico accusato della morte involontaria di Michael Jackson.
Arriva infatti la testimonianza di Christopher Rogers, il medico che eseguì l’autopsia sul corpo del cantante. Il medico afferma che Jackson non avrebbe potuto somministrarsi autonomamente il potente anestetico, il propofol, di cui faceva uso per problemi di insonnia, poiché avrebbe impiegato molto più tempo per entrare in circolo nell’organismo, e non avrebbe potuto provocare il repentino arresto respiratorio che ha portato via il re del pop.
Murray, afferma di aver lasciato solo il cantante per alcuni minuti, tempo in cui avrebbe potuto prendere il farmaco. Rogers ha più volte dichiarato che il medico curante della popstar non era in possesso di materiale consono alla somministrazione dell’anestetico, cosa che ha potuto invece comportare un errore nelle dosi. “Era in migliore salute di tante persone della sua età, non c’erano segni di grasso o colesterolo sulle pareti del suo cuore”, ha così spiegato il coroner. Intanto, sono state mostrate alla corte e in seguito in televisione, in concomitanza con la testimonianza di Rogers, le foto dell’ autopsia del cantante ed alcune registrazioni degli interrogatori della polizia a Murray, poco dopo la morte di Jacko, in cui lo stesso dottore affermava di non avere idea delle cause della morte dell’artista.
Il nostro augurio è quello di far luce sull’intera vicenda in onore di un grande artista che ha segnato gran parte della storia della musica degli ultimi 30 anni.
Sabrina Spagnoli