Facebook contro la violenza, monitorate tutte le conversazioni e le e-mail

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ROMA, 17 LUGLIO – Purtroppo anche Facebook funge da filtro per i reati a sfondo sessuale. I maniaci agiscono indisturbati, molestando la gente senza correre troppi rischi. Ora i vertici di Facebook hanno reso noto che le chat e le mail del social network, verranno costantemente monitorate, grazie ad un nuovo software. Questo nuovo processo potrebbe essere interpretato come un’ennesima minaccia alla privacy degli utenti, mentre invece è un servizio ideato per salvaguardare la sicurezza dei propri iscritti. Con questa iniziativa si potranno controllare le conversazioni sospette, a sfondo sessuale, o sventare i casi di pedofilia ed adescamento di minorenne.

Il programma, entra automaticamente in funzione con dei parametri ben precisi, iniziando a filtrare e selezionare le conversazioni ritenute a rischio o comunque sospette. Il software terrà presente dei parametri ben precisi come ad esempio se gli utenti coinvolti sono o non sono amici, se lo sono da poco tempo, se non hanno amicizie in comune, se sono distanti geograficamente e se presentano una differenza di età tra di loro. Una volta intercettata la conversazione sospetta, Facebook la salva. e decide se dichiarare il tutto alle autorità.

La notizia è stata resa nota dal capo della sicurezza di Facebook, Joe Sullivan. L’esperto assicura la massima autenticità del programma e l’avvio automatico della scansione di mail e chat.  Il nuovo metodo adottato dal social network sta già avendo i suoi primi risultati. In Florida, un uomo di 30 anni aveva adescato una ragazzina di 13 anni, accordandosi per vederla. Subito FB, che aveva intercettato la conversazione, ha inviato il tutto alla polizia, la quale si è presentata sul luogo dell’incontro arrestando l’uomo per sospetta pedofilia. Questi primi risultati potrebbero non essere sufficienti a quietare le polemiche sulla privacy mosse contro il social network di Zuckerber, ma sicuramente ora, in modo del tutto soft, gli utenti più vulnerabili potranno sentirsi più protetti in un contesto così aperto come Facebook che connette tra loro milioni di persone.

Stefano Roselli

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