ROMA, 31 Maggio – I ricercatori della MIT (Massachussets Institute of Technology) di Boston, hanno sviluppato un’applicazione in grado di distinguere i sorrisi veri e quelli falsi. Un passo in avanti questo, che potrebbe aprire nuove strade per gli studi sul riconoscimento facciale. Il software è in grado di “leggere” tramite i movimenti della muscolatura facciale, il sentimento che poi genera il sorriso, che esso sia vero o falso.
La ricerca è stata condotta su un gruppo di persone, che poste davanti ad una web cam hanno mostrato varie espressioni facciali, le cui immagini sono state esaminate dal software. Dopodiché i partecipanti hanno compilato un form ideato per generare una serie di emozioni, per visualizzare se, tornando davanti alla web cam ottenessero un effetto contrario. Al termine, è stato riscontrato che il 90% dei volontari non avrebbe sorriso rispondendo alla richiesta di simulare frustrazione. La stessa percentuale avrebbe, invece, reagito sorridendo durante la compilazione del form. L’applicazione avrebbe però rilevato delle differenze nei due atteggiamenti. Il risultato, dunque, svela che in pochi sono in grado di associare un sorriso ad emozioni negative, e il sorriso legato alla gioia è quello più lento ad emergere.
Come dichiara il capo del team Ehsan Hoque, lo scopo di questo studio è quello di aiutare le persone nella comunicazione faccia a faccia. La ricerca punta non solo a migliorare le relazioni sociali, ma anche a comprendere meglio le persone affette da patologie quali l’autismo ad esempio. Questa scoperta arriva solo seconda rispetto a quella del ricercatore italiano Carlo Strapparava della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Nel Novembre del 2011, il ricercatore inventò un sistema informatico, in grado di riconoscere le emozioni riportate sui testi scritti. Ma la ricerca nell’ambito emozionale, sta diventando pian piano parte della vita quotidiana. Sempre alla MIT, sono stati creati degli Occhiali a raggi X, dotati di una microcamera, che permette di riconoscere alcune espressioni facciali. Un altro esempio è il telefonino ideato dal Design Research Art di Berlino, in grado di simulare baci, abbracci e carezze e riprodurre sensazioni tattili. Anche nel campo della moda le emozioni sono diventate leggibili, grazie alla collezione della Philip Design, capace di cambiare colore a seconda delle emozioni che prova chi ci circonda. Infine l’abito dello Studio Rooseguarde, che diventa sempre più trasparente o meno, in base agli incontri.
Stefano Roselli