Roma, 8 Dicembre – Benedetto XVI ha acceso, per via telematica tramite un tablet, l’Albero di Natale più grande del mondo. La cerimonia di accensione è stata trasmessa in diretta mondiale.
L’Albero di Natale è composto da oltre 250 punti luminosi di colore verde che ne delineano la sagoma. È alto 750 metri con il corpo centrale disseminato da altre 300 luci multicolore. Alla sommità è installata una stella della superficie di circa 1.000 metri quadri. Il Papa ha acceso per via telematica, con un tablet in Vaticano collegato al quadro elettrico in Umbria, il gigantesco abete di Gubbio, sul monte Igino. La cerimonia di accensione è stata trasmessa in diretta mondiale (in Italia su Rai Uno, all’interno del programma “La vita in diretta”) e il Papa si è collegato in video con Gubbio dalla Sala Foconi del Palazzo Apostolico Vaticano, per pronunciare un breve discorso prima di accendere l’albero. Benedetto XVI ha rivolto anche un triplice augurio ai presenti in vista del Natale. Il primo augurio del Papa è che “il nostro sguardo, quello della mente e del cuore, non si fermi solamente all’orizzonte di questo nostro mondo, alle cose materiali, ma sia un pò come questo albero, sappia tendere verso l’alto, sappia rivolgersi a Dio”. Papa Ratzinger si è poi augurato che l’albero “ricordi come anche noi abbiamo bisogno di una luce che illumini il cammino della nostra vita e ci dia speranza, specialmente in questo nostro tempo in cui sentiamo in modo particolare il peso delle difficoltà, dei problemi e delle sofferenze”. Infine, come l’albero si è formato da tante luci, Benedetto XVI ha augurato che “ciascuno di noi sappia portare un pò di luce negli ambienti in cui vive: in famiglia, al lavoro, nel quartiere, nei Paesi, nelle Città. Ciascuno sia una luce per chi gli sta accanto; esca dall’egoismo che spesso chiude il cuore e spinge a pensare solo a se stessi; doni un pò di attenzione all’altro, un pò di amore. Ogni piccolo gesto di bontà è come una luce di questo grande Albero: insieme alle altre luci è capace di illuminare l’oscurità della notte, anche quella più buia”.
L’imponente abete è illuminato tra le mura medioevali, il monte Ingino e la basilica di Sant’Ubaldo, patrono della cittadina umbra.
Alessia Ribezzi