ROMA, 5 Ottobre – Da alcune ore sui principali social network non si parla d’altro. Wikipedia, la più nota enciclopedia collettiva del mondo, ieri sera ha deciso di auto oscurarsi per protesta contro la “legge-bavaglio”.
Così recita il comunicato che appare sulla pagina fissa dell’edizione italiana di Wikipedia: “Cara lettrice, caro lettore, in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando.”
È una mossa preventiva, quella messa in atto dai gestori dell’enciclopedia on-line, che in Italia registra ogni giorno circa 10 milioni di voci consultate. Si punta il dito contro il discusso comma 29 del Ddl intercettazioni, quello che “prevede, tra le altre cose, anche l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.” E poiché “la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato”, si può ben capire il motivo dell’autosospensione dal servizio.
Se il disegno di legge, al momento in discussione a Montecitorio, diventasse legge dello Stato, si avrebbe un vero e proprio attentato alla libertà di espressione. E questo non riguarderebbe soltanto Wikipedia, ma qualsiasi sito internet o blog.
Il comunicato ricorda, inoltre, che a tutelare ogni cittadino italiano contro il reato di diffamazione ci pensa già l’articolo 595 del codice penale. Il comma 29 costituisce perciò “per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza” che non può essere tollerata.
La notizia della serrata di Wikipedia, propagata dai social network, sta intanto facendo il giro del web, suscitando ovunque commenti a sostegno dell’iniziativa.
Francesca Garreffa