ROMA, 10 NOVEMBRE – Come ogni anno, con i primi freddi si pensa subito a quando arriverà l’influenza. Ma quest’anno, per via delle temperature ancora molto miti, l’influenza latita. Come spiega Fabrizio Pregliasco del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, vediamo molte forme silil-influenzali, ma per la vera influenza dovremo aspettare fino a dopo Natale, quando le temperature più fredde e le riunioni di famiglia favoriranno la circolazioni dei patogeni.
Ma per quanto riguarda l’argomento ‘vaccini’, Pregliasco spiega che ancora non è il momento giusto per vaccinarsi contro l’influenza. La notizia che è giunta riguardante lo sblocco dei vaccini era attesa e prevedibile in questi giorni, ma ancora è presto per vaccinarsi. La campagna quest’anno in pratica è appena partita, ma questo non è un male: immunizzarsi troppo presto rischia di lasciare scoperti nel periodo finale dell’epidemia. “Il problema è – sottolinea Pregliasco – che le vicissitudini che hanno segnato l’inizio della campagna vaccinale rischiano di comprometterne il buon esito. Ecco perché è importante assicurare che la problematica che si era evidenziata non comprometteva la sicurezza dei vaccini, come hanno dimostrato gli ulteriori controlli”.
Quest’anno i virus influenzali in circolazione saranno tre e costringeranno a letto tra i 4 e i 6 milioni di italiani. Se i vari stop cautelativi dimostrano ancora una volta come i vaccini siano prodotti ultracontrollati, il tipo di comunicazione potrebbe aver suscitato perplessità, incertezze e dubbi, spingendo molti a ‘disertare’ la vaccinazione. Un po come è accaduto nel caso della pandemia del 2009. Ma i vaccini tardano ad arrivare. E quindi un allungamento dei tempi è inevitabile. Ormai non ci sono più dubbi: il caso Novartis lascerà qualche strascico e la campagna di vaccinazione, quest’anno, partirà in ritardo. Tutti ricordano il ‘fattaccio’ di qualche settimana fa: la multinazionale svizzera, un colosso del mondo farmaceutico, ha comunicato al governo italiano, a vendita già iniziata, di aver commesso un errore: in alcune dosi, infatti, gli esperti hanno notato la formazione di un particolato proteico dagli effetti sconosciuti. Agrippal, Influpozzi sub unità, Influpozzi adiuvato e Fluad le medicine finite sotto i riflettori.
I medici di famiglia, interpellati subito dopo l’annuncio e il ritiro di questi farmaci dal mercato, non hanno fatto drammi: “Il periodo migliore per vaccinarsi – hanno spiegato – è la prima quindicina di novembre, visto che l’influenza arriva intorno a Natale. C’è tempo”.
Era il 25 ottobre, e i camici bianchi credevano che in due settimane il problema sarebbe stato risolto. Ora -14 giorni dopo – hanno rivisto i loro calcoli. “Le dosi di vaccino – spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Modena Nicolino D’Autilia – non sono ancora arrivate”. Ma saranno molte di meno quelle a disposizione, cosa che ha causato il ritiro dal mercato di molti vaccini. E quelle che mancano non saranno rimpiazzate. In altre parole, quest’anno ci saranno molti meno vaccini a disposizione. Forse non sarà possibile accontentare tutti, ma le persone veramente bisognose non rimarranno senza vaccino. Così assicurano i camici bianchi.
Sabrina Bachini