ROMA, 23 LUGLIO – Contro malinconia e stress, arriva la terapia del gelato. Cioccolato e bacio per chi è giù di morale; amarena, pistacchio e gusti esotici per chi vuole rilassarsi; gelato al caffè per chi vuole ricaricarsi e panna per godere di un effetto consolatorio dopo una giornata particolarmente agitata.
Secondo 7 su 10 (73%) il gelato offre dei benefici soprattutto psicologici: gustarsi un buon gelato trasmette piacere psicofisico (31%), fa tornare all’infanzia (27%), emoziona (24%). Uno studio è stato promosso da Antica Gelateria del Corso e condotto attraverso interviste a 110 illustri psicologi, esperti di benessere psicofisico e nutrizionisti per approfondire gli effetti del gelato legati alla sfera emotiva. Già diversi studi internazionali avevano dimostrato i benefici terapeutici del gelato. Chi l’ha detto, quindi, che mangiare il gelato aiuta solamente a rinfrescarsi dalla calura estiva? Secondo piu’ di 7 esperti su 10 (73%), il gelato fa bene all’umore e soprattutto allo spirito. Gustarsi un gelato offre dei benefici soprattutto psicologici, emozionando (31%) facendo tornare con la mente all’infanzia (27%), e grazie alle sue proprietà, trasmettendo piacere psicofisico (24%).
Ma quali sono le categorie alle quali il gelato porta maggiori benefici dal punto di vista dell’umore? Secondo gli esperti, il gelato è consigliato in particolare agli over 40 (39%) abituati a un frenetico ritmo di vita e sottoposti a pressioni lavorative e famigliari e che trovano nel gelato una deliziosa ricompensa che li appaga delle loro fatiche quotidiane, oltre che ai teenager (27%) che trovano nel gelato una dolce coccola nei momenti di crisi sentimentali. E proprio la componente emotiva porta gli esperti a consigliare il gelato anche agli adulti nostalgici della spensieratezza e della libertà della loro infanzia (30%).
“Il gelato – afferma Francesca Saccà, psicologa e psicoterapeuta – permette a una fascia media d’età di tornare all’infanzia: il gelato è qualcosa che ci rendeva felici da bambini. Al di la’ del piacere dovuto alle caratteristiche legate al gusto, c’è anche questo aspetto psicologico, una piccola coccola che ci prendiamo e che ci fa fare un passo indietro ai tempi dell’adolescenza, quando il gelato era un momento importante anche a livello conviviale”.
Valentina Ferrari