WASHINGTON, 5 LUGLIO – Quasi il 30 per cento degli adolescenti invia e condivide abitualmente proprie foto nude attraverso le e-mail o gli mms. E’ il risultato di uno studio dell’Università del Texas a Galveston, il primo ad indagare l’impatto sulla salute pubblica del sexting. La ricerca è stata pubblicata sugli ‘Archives of Pediatrics and Adolescent Medicine’.
I ricercatori hanno coinvolto mille studenti di sette scuole superiori nel sud-est del Texas e hanno rilevato che il 28 per cento degli adolescenti invia immagini personali osé attraverso mezzi elettronici e che più della metà (57 per cento) è quotidianamente invitato a inviare proprie foto nude. L’associazione tra attività di sexting e attività sessuale ha rilevato che maschi e femmine che praticano sexting hanno maggiori probabilità di aver già avuto rapporti sessuali completi rispetto ai coetanei che non effettuano il sexting.
Inoltre le adolescenti manifestano una maggiore tendenza ad assumere comportamenti sessuali a rischio, come l’uso di droghe o alcol prima di un rapporto. Per gli studiosi nel complesso il sexting, lungi dall’essere considerato un fenomeno limitato all’esistenza digitale degli individui, dovrebbe essere preso in considerazione dai pediatri come un’importante spia delle probabili inclinazioni sessuali dei giovani adulti.
E più che invocare pene più severe per la diffusione di contenuti semi-pornografici che coinvolgono minorenni, i ricercatori propendono per la creazione di programmi educativi che mettano al corrente gli interessati dei possibili rischi per la propria salute (e quella altrui) di un sesso troppo disinvolto. L’importante, è parlarne. “Penso che più parliamo di sesso coi nostri ragazzi – ha dichiarato lo studioso texano a Reuters – meglio è”.
Sabrina Bachini