ROMA, 2 LUGLIO – Smettere di fumare è un pò come trovarsi in un videogioco. E per questo sembra così difficile e complicato ma può, d’ora in poi, non essere più così. “Pensiamo a Pacman. Gli anticorpi dell’organismo viaggiano ovunque nei vasi sanguigni. Se ogni volta che incontrano una molecola di nicotina riescono a bloccarla, possono impedirle di raggiungere il cervello e produrre i suoi effetti nocivi”.
Ronald Crystal, genetista della Cornell University di New York, sintetizza così la sua visione di un vaccino capace con una singola iniezione di liberare per sempre dal vizio del fumo. Il rimedio contro il tabagismo viene sperimentato sui topi. Ma prima di essere messo in commercio sul bancone della farmacia dovrà essere sperimentato sull’uomo. Ma questi numerosi sforzi per contrastare il vizio del fumo non saranno mai sproporzionati rispetto ai benefici che milioni di persone avranno con l’azione di ‘gettare’ per sempre la sigaretta. Il fumo, infatti, è considerato responsabile di un decesso su sei, cioè più di 70 mila persone in Italia.
Il vaccino allo studio a New York punta a spezzare il meccanismo della dipendenza. L’anticorpo-Pacman, dopo aver abbracciato la molecola di nicotina, forma un agglomerato ingombrante, incapace di superare quel filtro assai selettivo che protegge il cervello dall’ingresso di sostanze estranee. La nicotina da sola non fa fatica a superare la barriera, uscire dal circolo sanguigno, entrare nel cervello e legarsi ai recettori del piacere, creando quella dipendenza da cui meno di un individuo su tre – tra coloro che decidono di smettere – riesce a liberarsi nel corso della vita.
I ricercatori guidati da Crystal su Science Translational Medicine affermano che il vero responsabile della dipendenza dalla sigaretta è la nicotina. Infatti ogni boccata di fumo contiene più di 4mila sostanze chimiche diverse, ma è la nicotina quella che produce il vero effetto della dipendenza. Una sigaretta ne rilascia tra 1 e 1,5 milligrammi, meno del 3 per cento del suo peso. In circa 15 secondi questa sostanza passa dai polmoni al sangue fino a raggiungere il cervello. Da lì, innesca piacere, senso di riduzione dello stress, ma anche la necessità di accendere un’altra sigaretta dopo aver spento la prima.
Convincere gli anticorpi ad attaccare la nicotina nel sangue prima che raggiunga il cervello non è impresa semplice. Le molecole rilasciate dal fumo sono infatti troppo piccole perché il sistema immunitario le riconosca come nemiche. E i vaccini sperimentati finora, a base di anticorpi già maturi e addestrati a identificare e distruggere la nicotina, sono risultati efficaci per periodi troppo brevi.
A differenza dei vaccini tradizionali, questo contiene una sequenza di geni con tutte le istruzioni necessarie alle cellule per sintetizzare l’anticorpo-Pacman. Il frammento di materiale genetico viene inserito in un virus. Il microrganismo si occuperà di trasferirlo nelle cellule del fegato, dove inizierà la fabbricazione dell’anticorpo.
Sabrina Bachini