ROMA, 31 Maggio – I fumatori in Italia sono al minimo storico: nel 2011 erano il 22,7% della popolazione con più di 15 anni, ora sono il 20,8%. Un calo dunque di quasi 2 punti percentuali, con un picco in discesa per le fumatrici, diminuite del 2,4%. Resta però preoccupante il numero dei giovanissimi che iniziano a fumare, che sfiora a livello europeo il 28% degli under 18.
Sono alcuni dei dato diffusi il 31 maggio in cui si celebra la Giornata mondiale senza tabacco, importante momento di riflessione sull’ impatto nocivo del fumo sulla salute. La media delle sigarette che vengono fumate pro capite sono 13: troppe se si considera anche coloro che fumano meno sigarette nell’arco della giornata, considerando anche che nel posto di lavoro e in luoghi chiusi anche i più accaniti fumatori devono rinunciare al vizio in quel frangente.
Ma questo trend sembra essere in discesa, per un totale di 140 milioni di sigarette ‘bruciate’ quotidianamente. Si registra anche una flessione nelle vendite complessive del tabacco, tuttavia, nonostante la crisi economica, il 76,2% coloro che continuano a fumare non ha cambiato le sue abitudini, mette le ‘bionde’ al penultimo posto tra le cose a cui rinunciare per effetto della crisi. Dai dati, infine, emerge anche anche che l’abitudine al fumo è, in un certo senso, contagiosa: il 77,3% di chi fuma ha oltre la metà di amici che fumano e il miglior amico di un fumatore lo è a sua volta, per il 67,2% degli uomini e il 51,6% delle donne.
Non è un caso che se ne parli proprio oggi che è la Giornata mondiale senza tabacco e in Italia si parla di aumentare il prezzo delle sigarette, anche di un euro a pacchetto, per ridurre il numero dei fumatori e garantire nello stesso tempo più risorse al Fisco. A lanciare questa proposta è stato Enrico Garaci, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha spiegato che ci sarebbero benefici anche per la ricerca biomedica e per il trattamento dei pazienti fumatori.
Sabrina Bachini