Cannabinoidi antidolore: in Toscana arriva la prima legge per facilitare l’accesso

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FIRENZE, 3 Maggio – Facilitare l’accesso in Toscana ai farmaci cannabinoidi per combattere il dolore, nelle cure palliative e anche in altri tipi di terapie. E’ l’obiettivo di una legge, la prima del genere in Italia, approvata ieri dal Consiglio regionale della Toscana, con il voto contrario di Udc, parte del gruppo misto, e Pdl, ad accezione del consigliere Marco Taradash che ha votato in maniera favorevole, e l’astensione della Lega Nord. L’atto unifica due diverse proposte di legge e vede come primi firmatari Enzo Brogi (Pd) e Monica Sgherri (capogruppo Fds-Verdi), insieme, tra gli altri, a Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto).

La nuova legge regionale nasce dalla convergenza di due diverse proposte di legge. La prima, presentata da consiglieri del Pd, prevedeva l’uso di queste sostanze nell’ambito della terapia del dolore e delle cure palliative; l’altra, dei consiglieri del gruppo di Federazione SinistraVerdi e di un consigliere del Gruppo misto, ne prevedeva l’uso in una serie di patologie e disturbi, con la possibilità di ricorrere a preparazioni galeniche. Le due proposte sono diventate un atto unico, anche grazie alla consigliera regionale Alessia Ballini, che, mentre combatteva la sua battaglia senza scampo contro un tumore, si è impegnata nella sfida.

Il provvedimento prevede la somministrazione di questi farmaci presso le strutture del servizio sanitario regionale, le Asl, e le strutture private che erogano prestazioni in regime ospedaliero. Per garantire la continuità terapeutica è previsto che il trattamento possa proseguire anche in ambito domiciliare, dopo che il paziente viene dimesso. I farmaci sono acquisiti tramite le farmacie ospedaliere, “nei limiti del budget aziendale”, e tramite le unità sanitarie locali. L’approvazione è stata salutata con un applauso da parte del pubblico in aula appartenente ad alcune associazioni.

Ecco i commenti dopo l’approvazione della legge: “Ora – commenta l’assessore alla sanità Daniela Scaramuccia – si potrà anche verificare meglio l’uso e monitorare il fenomeno”. “Oggi migliaia di malati ricorrono al mercato nero – ricorda il consigliere Enzo Brogi, del Pd – o all’autoproduzione, generando problemi di sicurezza del farmaco e problemi legati alla commercializzazione”. “E’ un atto di civiltà”, esulta Mario Staderini, segretario di Radicali italiani. Contrario Stefano Mugnai, del Pdl: “Non è la politica a dover decidere se un farmaco è utile o no. Questa legge non cambia molto il processo di reperimento del farmaco. Se è un’iniziativa “manifesto”, abbiamo qualche difficoltà ad appro

Valentina Ferrari

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