MILANO, 24 Marzo – Stanotte torna l’ora legale. Dovremo, quindi, spostare tutti le lancette dell’orologio un’ora avanti, dalle due alle tre. Questo a vantaggio di giornate più luminose ( si farà sera più tardi ), ma a discapito del nostro organismo. L’ora legale quindi è come un piccolo ‘jet lag’, che potrebbe insidiare i ‘gufi’, cioè le persone che sono solite tirar tardi la sera.
Il 20% degli italiani potrebbero risentire in questo modo del cambio di orario, e addirittura potrebbero servire dai 2-3 giorni fino a una settimana di tempo per riadattare il proprio corpo all’orario nuovo. Quindi questa percentuale di persone che va a letto tardi e che dovrebbero ricorrere a degli stratagemmi per non risentire troppo del cambio, come alzare subito appena alzati le tapparelle e farsi ‘inondare’ di luce del sole che notoriamente ‘sveglia’ se si è assonnati. Ma chi è abituato a far tardi ha un problema genetico, cioè si è ‘gufi’ dentro, nel dna. Queste persone torneranno a sentirsi più a proprio agio ad ottobre quando tornerà l’orario normale.
Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di medicina del sonno del San Raffaele di Milano, esperto del sonno, afferma che queste persone che hanno già un ritmo del sonno ritardato e vanno a dormire a notte alta rischiano di avere dei disturbi. Infatti con un’ora in meno per dormire i loro risvegli potrebbero non essere piacevoli. Anche per una settimana al mattino potrebbero avere una maggiore sonnolenza, afferma il dottore.
Lo specialista rassicura comunque gli italiani: il risveglio del lunedì, dopo il debutto della notte corta nel week end, potrebbe comportare qualche sbadiglio in più e una dose supplementare di caffè, ma niente di grave. “E’ come se si soffrisse per un minimo spostamento del fuso ma non dovrebbero esserci particolari problemi visto che si tratta solo di un’ora. I disagi maggiori si cominciano ad avvertire con una differenza di orario di 2 o 3 ore”, afferma il dottore. Le persone che hanno una normale ritmicità sonno/veglia, cioè che vanno a dormire alle 11 e si svegliano alle 7 o 8 del mattino, potrebbero adattarsi al nuovo orario in poco tempo, al massimo in 2 o 3 giorni, sentendo dolo un po’ di sonnolenza prima di riadattarsi al nuovo ritmo. Motivo, questo, per cui si è scelto di cambiare l’orario nella notte tra sabato e domenica, in modo che le persone possano riadattare il proprio fisico durante la giornata di riposo della settimana.
I consigli per non farsi cogliere impreparati dalla prova del sonno accorciato? “Chi ha un ritmo sonno-veglia normale, può cercare di anticipare l’ora in cui va a letto”, spiega il professor Ferini Strambi. Per tutti,invece, il consiglio è cercare di esporsi il più possibile alla luce del sole che attiva la melatonina dell’organismo.
Sabrina Bachini