ROMA, 11 Marzo – Sono circa tre milioni le coppie alle prese con problemi di fertilità in Italia, ed è in crescente aumento il numero di quelle che ricorrono alla procreazione assistita per coronare il sogno di avere un figlio. Dal 2004, anno di introduzione della legge 40 che regola la delicata materia, sono 385 mila le coppie che hanno tentato la strada della procreazione medicalmente assistita (PMA) e, di queste, 65 mila sono riuscite a diventare genitori. I dati provengono dal Congresso mondiale di ginecologia endocrinologica in corso a Firenze, dove si sta facendo il punto della situazione sulle cause dell’infertilità e sui progressi della ricerca in questo campo.
La percentuale di successo della tecnica è in aumento, come sottolinea Andrea Genazzani, presidente del congresso: nel 2005 soltanto una coppia su dieci riusciva ad avere un bambino ricorrendo alla procreazione assistita, oggi invece la percentuale è passata a una coppia su sei. In continuo aumento è però anche l’età delle aspiranti mamme: “Con i nostri 36,2 anni di media e un 28,1% di over 40 che accede alla fecondazione deteniamo un vero e proprio record. – spiega Genazzani – Questo fattore incide in maniera indipendente sulla capacità procreativa che si esaurisce circa un decennio prima della menopausa”. Per chiarire meglio questo concetto, gli esperti utilizzano il termine “fertipausa”. “La fertilità inizia a declinare verso i 30 anni e si riduce drasticamente dopo i 35-40 anni, precedendo la menopausa definitiva di circa 10 anni. –precisa Rossella Nappi dell’Irccs Fondazione S. Matteo dell’Università di Pavia – Senza grosse illusioni dobbiamo quindi affermare che, nonostante i progressi compiuti, a 42-43 anni concepire, per via naturale o assistita, è estremamente difficile”.
Nonostante l’aumento dell’età delle donne e una normativa molto restrittiva, nel nostro Paese la ricerca sta facendo progressi notevoli, come testimoniano i numerosi successi raggiunti: “Siamo leader nelle tecniche di fecondazione in vitro con ovuli scongelati (3.284 cicli nel 2008) – spiega Genazzani – una scelta inizialmente ‘obbligata’ dalla normativa, ma ora sempre più diffusa a livello globale perché rappresenta una chance di conservare la fertilità per chi debba sottoporsi a terapie oncologiche”. Eppure, ogni anno circa 10 mila coppie cercano una soluzione al problema rivolgendosi all’estero. La Spagna è la meta principale degli aspiranti genitori, seguita da Svizzera, Francia e, ultimamente, grazie ai costi più contenuti, i Paesi dell’Est Europa.
Per quanto riguarda la cause dell’infertilità, stando ai dati diffusi durante il congresso, questa si deve nel 35,4% dei casi all’uomo, nel 35,5% alla donna, nel 15% dei casi è attribuibile ad entrambi i partner e nel 13,2% è inspiegata.
Francesca Garreffa