ROMA, 8 Marzo – Tanto temuto e odiato, molti ancora nutrono perplessità davanti al preservativo, vuoi la minore sensibilità durante il rapporto o che sia poco romantico interrompere l’intimità per indossarlo, sta comunque di fatto che resta tuttora il mezzo migliore per evitare malattie sessualmente trasmissibili. Ancora poco conosciuto dai giovani, soggetti più a rischio data la scarsa informazione intorno ad esso, è spesso causa di tensione per tanti che hanno il timore che si sfili durante il rapporto.
Ecco dunque una guida volta a dissipare le paure e per indicare il corretto utilizzo del preservativo. L’idea nasce da un gruppo di studiosi del Curt, centro di ricerca americano sulla sessualità, di pubblicare un vademecum su Sexual Health. La regola base prevede di portare con sé ad ogni appuntamento preservativi di lattice o poliuterano e lubrificanti a base acquosa, controllando la data di scadenza. Una volta arrivati al rapporto è importante verificare che il profilattico sia integro ed evitare di danneggiarlo con unghie, anelli o altri oggetti appuntiti. Bisogna poi srotolarlo una volta messo e indossarlo prima di ogni contatto col partner, attraverso bocca e genitali.
È poi indispensabile prestare molta attenzione alla punta del condor che deve essere tenuta premuta per evitare bolle d’aria, per poi procedere a srotolarlo fino alla base del pene. Una volta terminato il rapporto è importante toglierlo tenendo premuta la base per far si che non vi siano fuoriuscite di sperma. Nel caso in cui avvenga rottura o scivolamento prima dell’eiaculazione, è necessario utilizzarne uno nuovo, e comunque sostituirlo nel momento in cui si decide di cambiare tipo di rapporto.
Queste sono le principali norme da seguire al corretto utilizzo del preservativo, e che tuttora vengono spesso ignorante vanificando così il suo scopo. Basti pensare che al mondo si verificano almeno 340 milioni di casi di malattie trasmesse attraverso i rapporti sessuali con 2.6 milioni di infezioni da Hiv, che si configurano come la seconda causa di mortalità soprattutto nei paesi più poveri.
Sabrina Spagnoli