ROMA, 24 Febbraio – L’Italia è certamente nota ed apprezzata in tutto il mondo per i bei paesaggi, la storia che trasuda e la buona cucina, ma di certo non è ammirata per le pessime abitudini degli italiani, una di queste il fumo. Sembra infatti che gli italiani siano il popolo più recidivo a smettere di fumare, e diverse sono le cause per cui questo passo sembra così arduo.
Pigrizia, scarsa motivazione e forte dipendenza, attorno a queste motivazioni ruota la volontà piuttosto scarsa degli italiani di rinunciare alla tanto amata sigaretta. Lo rivela un’indagine effettuata nell’ambito della campagna No smoking be happy della Fondazione Veronesi e la Fondazione Pfizer. Lo studio ha visto coinvolte 1000 persone di età compresa fra i 30 e i 64 anni che sono, o sono stati, fumatori. Di questi solamente il 22,2% ha provato davvero a smettere ed è realmente riuscito, mentre il 54,5% ha ammesso di aver compiuto sforzi inutili. A questi si aggiunge un 23,3% , ovvero coloro che non hanno mai provato ad abbandonare il proprio vizio, ed un 37,3% di coloro che invece non sono proprio interessati a dire addio alla cara vecchia nicotina.
Le persone che hanno provato a debellare il fumo dalla propria vita hanno riscontrato un miglioramento nello stato di salute generale, ed un miglior approccio nelle relazioni sociali anche nella riscoperta di profumi e sapori. Molti sono stati spinti verso il grande passo per amore della salute della famiglia. È però da sottolineare come il 51% degli intervistati reputi inutili le campagne anti-fumo poiché non forniscono alcun aiuto pratico nel superamento del vizio. Di certo chi smette di fumare non solo compie un gesto d’amore e rispetto per la propria persona e la salute, ma anche per tutte quelle persone che ogni anno si trovano ad affrontare gravi problemi a causa del fumo passivo.
Sabrina Spagnoli