Giallo Pamela Mastropietro, facciamo chiarezza: ultime notizie e casi analoghi

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A Macerata si è consumato un atto scellerato. Anzi: ne sono arrivati due. Ma i fatti delle campagne di Pollenza – quelli che riguardano il corpo fatto a pezzi e senza vestiti di Pamela Mastropietro – hanno lasciato uno strascico di polemiche e commenti incredibili. La diciottenene di Roma è stata ritrovata in due valigie lanciate in un fosso. Perché nelle Marche? Perché dallo scorso ottobre era ospite della comunità di recupero Pars di Corridonia per la tossicodipendenza che l’affliggeva. La stessa struttura era responsabile della sua incolumità, ma il 29 gennaio l’ha persa di vista: la ragazza si era allontanata senza documenti e cellulare, con sé aveva il trolley rosso con cui era arrivata.

Il giudice per le indagini ha confermato il fermo per l’unica persona imputata e arrestata fino a questo momento: si tratta del nigeriano Innocent Oseghale, oggi nel carcere di Ancona con l’accusa di vilipendio e occultamento di cadavere. Non ci sarebbero gli estremi per accusarlo dell’uccisione della stessa diciottenne.

Subito dopo, la vicenda di Traini: il pistolero affiliato alla Lega Nord, con chiare tendenze fasciste, che ha provato a vendicare da solo la vicenda Mastropiero sparando all’impazzata e ferendo un gruppo di extracomunitari in un punto nevralgico di Macerata. Secondo la polizia e gli amici della vittima, però, i due non si conoscevano: il suo è stato un vero e proprio attentato.

Dunque, sarebbe stata overdose. E a parziale conferma arrivano anche le parole del nigeriano, che si è detto ‘spaventato’ e per questo sarebbe scappato. In Italia si conferma infatti quest’orribile tendenza: a fine settembre tre ragazzi sono andati in overdose da eroina in meno di una settimana, tutti a Ferrara. Un mese prima, l’eroina aveva ucciso un ragazzo di vent’anni. Stessa storia a Mestre: lì la droga ha ucciso dieci persone in tre mesi.

Nelle Marche, ancora. Storicamente le morti per sovradosaggio sono sempre nel Centro e nel Nord Italia, anche se il consumo al Sud cresce esponenzialmente. L’eroina è ancora su piazza, questo si sa: nel 2016 – secondo Repubblica – ci sono state 266 vittime. Cifre sconvolgenti, da strage vera. E quelle dei singoli episodi di overdose sono molti di più.

Tutte vittime evitabili, se solo ci fossero prevenzione e servizi in grado di aggiornarsi. I dati dovrebbero spaventare tutti, i tagli alla sanità degli ultimi anni hanno dato un’ultima mazzata all’intero sistema. Oltre ovviamennte al problema in sé dell’emergenza: non si chiama l’ambulanza per paura di ritorsioni e delle conseguenze della legge, non ci sono norme di tutela come ce ne sono altrove. Come quella del buon samaritano: protegge chi chiede aiuto, senza chiedere.

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