Oggi sono stati liberati i manifestanti. Ecco, questione che però va chiarita subito: come mai questo continuo proliferare di proteste? Chiedere ad Erdogan, accusato da un gruppo folto di persone e in un punto cruciale della città. Punto in cui il politico turco è passato, e precisamente nei pressi del Colosseo. Il cordone delle forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, ha bloccato per ore decine di persone nel piazzale antistante i giardini di Castel Sant’Angelo, non prima di aver lasciato passare i manifestanti senza identificazione dei documenti. La colpa? Cori pesanti come ‘Assassino Erdogan’ e ‘Siamo tutti Ocalan’.
A riportarlo è Repubblica, che spiega i fischi e le urla al momento del passaggio. Motivo della protesta, ovviamente, è la visita di Erdogan alle massime autorità italiane: di certo, non è passata inosservata la schiera di auto blu con cui è stato accolto. In ogni caso, nei giardini di Castel Sant’Angelo si è tenuto un presidio della rete Kurdistan Italia: la tensione era palpabile già dalle prime ore dell’incontro, e all’ennesimo rifiuto per la consegna dei documenti sono iniziate le prime colluttazioni. Bottigliette d’acqua, patatine e panini sono stati lanciati alle forze dell’ordine, mentre qualcuno urlava di essere liberato da una chiara e opprimente situazione di ostaggio.
Il corteo era diretto verso il Vaticano, presso il quale oggi Erdogan era andato in visita. Il Santo Padre ha potuto vederlo, i manifestanti no: bloccati anzitempo, con il presidio autorizzato che si è unito a un corteo non autorizzato. Per questo motivo, chi ha protestato si è visto circondato dalle forze dalla polizia in tenuta antisommossa, quindi è stato bloccato nel piazzale con tanto di uscite occupate dai blindati e dalla celere. Se non con previa identificazione, non si poteva uscire.
Ma il tutto è partito dalla mattina, dicevamo: quando il primo gruppetto – anche folto – ha caricato a muso duro i poliziotti. La colluttazione ha ferito lievemente una persona, mentre i partecipanti hanno proseguito nella loro rumorosa protesta con cori da stadio e richiedendo il corteo. Il manifestante ferito è rimasto a terra, con il volto insanguinato.
Tra le organizzazioni che avevano aderito all’azione, Kurdistan Italia si è avvalsa della partecipazione di Articolo21, Rete No Bavaglio, FNSI, Reporter senza frontiere e altre piccole associazioni per la libertà di informazione. Sempre secondo Repubblica, in piazza era presente il senatore Mineo, e al termine delle operazioni delle forze dell’ordine c’erano due manifestanti fermati, uno di questi rimasto ferito, oltre a 18 identificati.