Alter Bridge...e la Capitale si infiamma

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Gli Alter Bridge si consacrano nuovamente come una delle migliori band in circolazione

Roma, 6 luglio –  Caldo, è stato indubbiamente caldo e rovente il clima all’interno dell’Orion di Ciampino dove ieri sera si sono esibiti gli Alter Bridge.

La band di Orlando capitanata da Myles Kennedy è tornata in Italia in occasione del Postepay Rock in Roma, dopo il sold out dello scorso dicembre all’Unipol Arena di Bologna, portando con sé la grinta che da sempre la contraddistingue nelle esibizioni live.

Come il gruppo ha spesso affermato, è difficile che suonino in ambienti molto grandi per questo hanno sempre avuto una predilizione per strutture più ridotte, non a caso è stato scelto l’Orion come alternativa all’Ippodromo di Capannelle. C’è chi vocifera che le prevendite non siano andate come ci si aspettava, eppure ieri sera è stato registrato comunque un completo sold out.

Si aprono i cancelli e salgono sul palco i Blue Pills che hanno il compito di scaldare il pubblico presente. La band svedese sfoggia un repertorio rock – blues indubbiamente coinvolgente, grazie anche alla carica della vocalist Elin Larsson, che hanno poi concluso la loro performance con un classico dei Jefferson Airplane “Somebody to Love”.

Il cambio palco avviene abbastanza velocemente e gli altri astanti che fino a quel momento avevano seguito i supporter dall’esterno del locale, iniziano ad accalcarsi all’interno nonostante l’ambiente sia ampiamente surriscaldato…sia per la stagione che per l’attesa.

Alle 21.30 gli Alter Bridge fanno finalmente ingresso sul palco, tra le urla di giubilo dei fan, ed è uno spettacolo osservare Myles Kennedy, Mark Tremonti e Brian Marshall che impennano chitarre e basso dando inizio alla loro scaletta con “Come to Life”, passando poi ad “Addicted to Pain” dove la folla è ormai già in preda al delirio del rock.

Se a prima vista, come del resto era già avvenuto agli esordi, possano essere definiti come i Creed senza il cantante Scott Stapp, ci si accorge fin da subito che le differenze sono davvero sostanziali. Gli Alter Bridge sfoderano un repertorio musicale certamente diverso e lontano dalle sonorità grunge tipiche dei Creed. Come anche la voce di Kennedy, sebbene diversa da quella di Stapp, è molto più vicina a quelle linee classiche, quasi da tenore, che gli consentono di arrivare ad un’ampia estensione vocale  e a una maggiore potenza.

La set list è indubbiamente incentrata sulla loro ultima fatica “The Last Hero” ma non potevano mancare classici del loro repertorio come “Whatch Over You” dove Kennedy impugna la chitarra regalando un momento di pura intimità e magia con il pubblico, “Ties that Bind” e “Isolation”. E quando arriva il momento di “Blackbird” Mark Tremonti sfodera il suo famoso e potente assolo. Tremonti si conferma un eccellente chitarrista grazie alle sue doti tecniche che può esprimere al meglio negli Alter Bridge, con arrangiamenti anche molto elaborati che mancavano nei Creed.

A chiusura della loro ennesima consacrazione live “Open Your Eyes”, “Metalingus”, Show Me a Leader” e “Rise Away”.

A cavallo tra l’hard rock, il vigore del metal e l’abilità delle sonorità progressive, gli Alter Bridge sono senza ombra di dubbio una delle band migliori in circolazione da ammirare dal vivo, che non bisogna mancare di contemplare almeno una volta nella vita.

Setlist:

1.Come to life

2.The Writing on the Wall

3.Addicted to Pain

4.Ghost of Days Gone By

5.Cry of Achilles

6.My Champion

7.Ties That Bind

8.Crows on a Wire

9.Waters Rising

10.Watch over you

11.Isolation

12.Blackbird

13.Open Your eyes

14.Metalingus

15.Show me a leader

16.Rise today

 

Sabrina Spagnoli

 

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