Le cinque pensioni più ricche d’Italia

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Notai, docenti universitari e giornalisti in vetta alla classifica delle pensioni più corpose

La popolazione italiana è sempre più in difficoltà nell’arrivare alla pensione. Con la crisi del lavoro e la congiuntura economica sfavorevole, anno dopo anno diventa complicato pensare ad un futuro con un sistema previdenziale in grado di assistere le fasce di popolazioni che non possono più permettersi di lavorare. A fronte di ampie fasce di italiani che vanno in pensione dopo aver raggiunto i 65 anni e con 35 anni di contributi, sussiste una serie di professionisti che si assicura le pensioni più sostanziose.

A stilare la classifica delle forme previdenziali più corpose è Itinerari previdenziali, che ha analizzato la situazione economica di coloro che hanno abbandonato il mondo del lavoro nel 2015. Il mosaico italiano potrebbe però essere totalmente stravolto, viste le difficoltà di alcuni istituti di previdenza. Va inoltre evidenziato che il calcolo contributivo restituisce medie più alte rispetto a quanto poi effettivamente percepiscono i pensionati, in quanto gli importi si basano sui calcoli di quanto effettivamente versato nel corso degli anni.

Analizzando solo le pensioni dei professionisti che non sono legati ad enti e ad organi istituzionali, la speciale classifica delle pensioni più ricche è guidata dai notai, che a fronte di un reddito di quasi 145mila euro all’anno – tutti coperti da contributi – riescono ad assicurarsi una pensione di quasi 78mila euro annui, ossia il 54% dello stipendio percepito durante l’attività lavorativa.

Non trascorrono una brutta pensione anche i docenti universitari, che nel 2015 sono riusciti ad ottenere una pensione media di 65mila euro. Sull’ultimo gradino del podio stazionano i giornalisti. In questo caso, l’Inpgi, istituto previdenziale autonomo, da la possibilità di separare i contributi dei giornalisti da quelli degli altri ordini di professionisti. A fronte di un reddito annuo di 68mila euro – almeno per quel che concerne i giornalisti che hanno intrapreso la professione quanto meno due decenni fa – chi ha appeso “la penna al chiodo” riesce a percepire poco più di 52mila euro, che equivalgono al 77% dello stipendio.

Spicca invece, nel rapporto tra la pensione e il reddito, la situazione degli iscritti al fondo Volo, che riguarda piloti, assistenti e tecnici di volo. Coloro che lavorano nelle compagnie aeree – soprattutto nell’Alitalia, compagnia di frontiera italiana, nel 2015 sono riusciti ad ottenere una pensione media di quasi 46mila euro a fronte di un reddito medio di quasi 18mila euro. Sono queste le professioni che nel presente si assicurano il futuro migliore e più roseo dal punto di vista economico, ma non è escluso che tra qualche anno altri professionisti potrebbero stravolgere questa classifica.

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