La schiavitù psicologica da Facebook colpisce anche il web
Il social network più amato dai navigatori ha ormai contagiato tutte le fasce d’età: questo mondo virtuale è infatti vissuto da milioni di iscritti come un antidoto al senso di vuoto e alla solitudine che li affligge nella vita reale. Condividere la nostra vita online è ormai quasi una necessità, una dipendenza indotta dai messaggi subliminali onnipresenti sulla nostra bacheca: “A cosa stai pensando?”.
Studi recenti compiuti da ricercatori dei più importanti atenei internazionali hanno dimostrato come l’utilizzo smodato di Facebook e dei suoi alter ego può dare dipendenza, proprio come le sigarette o le sostanze stupefacenti. Tale dipendenza non riguarda solo l’uomo ma anche milioni di siti il cui traffico è vincolato dalla condivisione di post sul noto social network.
Un bug legato all’utilizzo del tasto ‘Mi Piace‘ ha mandato ko quasi tutti i siti presenti nella Rete. Il problema è stato originato dall’applicazione Facebook Connect, la funzione che permette di esprimere l’apprezzamento per la pagina sul proprio profilo.
A causa di un errore nel codice di programmazione per quasi due ore gli utenti che avevano già effettuato il login al social network di Zucherberg e che entravano in queste pagine venivano reindirizzati automaticamente ad una pagina di errore 404. Il problema è stato prontamente risolto dai tecnici dell’azienda di David Zuckerberg e ora tutto funziona normalmente, per la felicità di milioni di cyber-dipendenti dal “Grande Fratello informatico”.