ROMA, 20 OTTOBRE – I cambiamenti climatici sono stimoli stressanti e a volte possono influenzare in modo negativo le nostre condizioni psicofisiche. Ma la meteoropatia è un male antico. Il termine deriva dal greco pathos (malattia) e meteoros (ciò che sta in cielo). Si tratta di una condizione conosciuta sin da tempi antichissimi; già i Greci e i Romani avevano individuato alcune condizioni meteorologiche in grado di condizionare il tono dell’umore, le sensazioni e le emozioni.
Tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, la psicologia francese e quella tedesca studiarono a fondo il disturbo e lo descrissero come una patologia del carattere. Attualmente la meteoropatia è intesa per lo più come un’ipersensibilità nei confronti di determinate condizioni climatiche, per esempio repentine variazioni della temperatura o del grado di umidità o comparsa di certi fenomeni atmosferici: vento forte e temporali, per esempio.
I meteoropatici sono soggetti a fastidiosi sintomi tra cui sbalzi di umore, stanchezza, ansia, nervosismo, insonnia, difficoltà a concentrarsi e mal di testa correlati a un cambiamento atmosferico. Talvolta lo anticipano, può accadere cioè che le persone meteoropatiche abbiamo sintomi che preannunciano il cambiamento atmosferico. Quando avviene un mutamento repentino tra una stagione e l’altra, e si passa, per esempio, dall’estate alle tipiche giornate autunnali, il meteoropatico può sentirsi annoiato, triste e scarico. Solitamente questi sintomi si presentano qualche giorno o qualche ora prima della variazione climatica, raggiungono una fase acuta e infine cominciano gradualmente ad attenuarsi con la fine del cambiamento climatico o con l’arrivo di un fenomeno meteo opposto a quello che ha causato il disagio. La meteoropatia, soprattutto nella sua fase acuta, è probabilmente correlata a una ridotta produzione di adrenalina, noradrenalina e serotonina, ormoni che, quando prodotti in maniera adeguata, aiutano l’organismo a difendersi dagli stimoli stressanti.
Ma esiste anche una meteoropatia di origine secondaria, che può essere correlata a patologie di tipo degenerativo, respiratorio o cardiocircolatorio; per esempio in chi soffre di artrosi, asma bronchiale o disturbi della circolazione cardiaca i repentini cambiamenti climatici causano un immediato aggravamento dei sintomi della patologia primaria.
Sabrina Bachini