Un bel guaio per i direttore che però ha deciso di giocare d’anticipo facendo mea culpa per evitare una cacciata clamorosa ed evitare così successive polemiche, prendendosi la responsabilità e sollevare l’amministrazione da eventuali future polemiche. Questa la versione ufficiale. Ma alcune voci interne dicono altro. Dicono che dietro l’addio ci sarebbero ragioni molto meno nobili.
La prima sarebbe legata all’appalto dei filobus, per cui è stato già indagato l’ad di Eur spa Riccardo Mancini: gli inquirenti hanno infatti annunciato nuovi sviluppi e il dg di Roma Metropolitane teme di finire nel mirino dei pm. La seconda ragione è da ricondurre a un rapporto non proprio idilliaco con l’azionista Campidoglio, che a dire di Bortoli non avrebbe fornito risposte su una serie di questioni – a cominciare dal contestato project financing Rebibbia Casal Monastero – col risultato di far languire i progetti e di dilatare tempi e costi.
Ma l’ultima ragione, e forse la più importante, è che con l’arrivo di Raffaele Borriello, direttore esecutivo del Comune, Bortoli si sentiva ormai commissariato e il suo margine di manovra si era notevolmente ridotto. Ma si illude chi crede che anche stavolta Alemanno pregherà Bortoli di restare. Non basteranno le insistenze dell’assessore ai Trasporti Antonello Aurigemma, grande sponsor del dg uscente. A riprova che il clima è cambiato, il cda per nominare il successore è stato già convocato: in pole c’è l’ingegner Luigi Napoli, attuale direttore tecnico di Roma Metropolitane.
Sabrina Bachini