Raccolta differenziata la soluzione ai problemi di Roma

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ROMA, 30 LUGLIO Lontana 40 punti dalla vetta dei virtuosi, Roma è eco. Ferma secondo i numeri di Legambiente al palo del 25%, la separazione dei rifiuti nel capoluogo laziale stenta a decollare, nonostante sia stata in più occasioni indicata come unica vera soluzione al toto discarica.

La raccolta differenziata a Roma è ferma al 26%. Si spera di raggiungere il 50% del riciclo entro il 2014. Per farlo, è stato avviato un piano per la raccolta differenziata presentato a giugno in seguito al protocollo d’intesa firmato tra il Ministero dell’Ambiente, Roma Capitale, Conai e Ama. Due i sistemi di raccolta, quello porta a porta domiciliare/condominiale e quello stradale suddiviso in carta, plastica e indifferenziati, oltre alla raccolta separata del vetro con l’installazione di appositi contenitori. La città è stata suddivisa in 155 zone territoriali ottimali, poi classificate in sei diverse categorie in base alla possibilità, per ciascun territorio, di adottare sistemi di raccolta domiciliare porta a porta.

“Elemento fondamentale – ha spiegato l’ad Ama Salvatore Cappello – la densità abitativa. Si punterà molto sul coinvolgimento dei cittadini: per questo abbiamo pensato di introdurre un badge che permetterà di aprire i cassonetti in città”. Il tutto con 30 milioni di euro a disposizione per tre anni. Intanto, si guarda ai municipi, dove c’è chi la ama, chi la odia, chi non la fa per pigrizia.   Nel 2010 si è tentata la strada dei famosi “Punti Mobili”, i camioncini dell’Ama itineranti che, a fasce orarie e luoghi prestabiliti, raccolgono i sacchetti dell’umido consegnati a mano dai cittadini con conseguente eliminazione dei cassoni dell’indifferenziata. Il bilancio del sistema però non funziona per tutti.

Nel quartiere Marconi e nel Tuscolano,  prevale la pigrizia. Buoni i dati a Montesacro, dove la raccolta differenziata tocca vette del 58%, ma vorrebbero si facesse di più. Lo scontento è all’ordine del giorno e i motivi sono legati al fatto che il sistema è scomodo per i tanti anziani e disabili che fanno fatica a raggiungere i ‘punti mobili’ e sacchetti ammassati fuori dai bidoni per giorni e giorni.
Nel III Municipio invece il “duale” procede senza troppi inghippi e residenti e operatori Ama si dichiarano più o meno soddisfatti. A due anni dall’inizio il modello è migliorato e i cittadini “imparano” a differenziare, “i camioncini non tornano mai vuoti e i biosacchetti spesso non bastano per tutti”.

Si chiama Colli Aniene ed è l’isola felice del “porta a porta”. Introdotto dall’amministrazione Veltroni nel 2007, il sistema ha segnato subito l’impennata della differenziata nel quartiere del V municipio al 63%. Un sondaggio del 2010 effettuato da Customer Satisfaction conferma un trend da record: il 93,4% dei cittadini esprime soddisfazione per il servizio, l’82 % non tornerebbe indietro e il 91% sarebbe d’accordo ad estendere la stessa modalità di raccolta rifiuti anche ad altri quartieri. Alcuni per la verità già ce l’hanno ma i risultati non sembrano all’altezza dell’esempio.

C’è chi la vorrebbe, ma non ce l’ha. È il caso del municipio VIII che il “porta a porta” lo vorrebbe eccome, tanto che lo scorso 9 maggio è stato approvato dalla Commissione Ambiente e Urbanistica un progetto pilota da sperimentare nei quartieri di Castelverde e Giardini di Corcolle. Per altro già vagliato, in autogestione per 15 giorni, a San Vittorino: un’iniziativa promossa dai comitati in lotta contro la discarica di Corcolle che, stando ai dati diffusi dai promotori, avrebbe portato diversi quartieri a raggiungere lo strabiliante risultato del 90 per cento di differenziata. Per Roma, sarebbe un traguardo storico.

Marina Mignano

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