ROMA, 12 LUGLIO – Da diverso tempo circolano voci riguardo un’imminente chiusura del cinema Maestoso in Via Appia Nuova, ma stavolta sembra essere arrivati davvero alla fine. Un punto di riferimento per gli appassionati di cinema, il Maestoso è stato il primo multisala della storia di Roma che ora per volere supremo del marketing potrebbe essere trasformato nell’ennesimo centro commerciale che affolla la capitale, affossando così uno degli ultimi cinema storici della città come già è successo al Metropolitan di Via del corso.
Sono almeno quattordici le persone che perderebbero il lavoro se il cinema venisse chiuso, motivo per cui al momento è stato occupato in segno di protesta. Secondo le dichiarazioni del segretario della Cub, Mario Carucci, alla base del problema che grava sulle sorti del multisala ci sarebbe la società Appia Immobiliare che sembra si rifiuti di rinnovare il contratto di affitto ormai scaduto, per poter vendere i locali ad un prezzo molto più elevato.
E pensare che a pochi passi dal cinema si trova l’ex deposito tram Stefer, in passato ritenuto idoneo come nuova sede del mercato di Via Gino Capponi che tuttora provoca seri problemi di viabilità, igiene e rumore alle vie limitrofe. Il luogo non solo sarebbe idoneo ad accogliere il mercato ma anche negozi e soprattutto spazi sociali, oltre a dei parcheggi che in una zona come l’Appio Latino sono più che indispensabili.
Soltanto durante la prima amministrazione Rutelli si iniziò a parlare seriamente della ristrutturazione del deposito con l’approvazione della delibera, il 26 gennaio 2001, per l’avvio dei lavori. Questi sono stati però interrotti tra il 2001 e il 2002 a causa dei ricorsi al T.A.R. e al Consiglio di Stato da parte di uno dei concorrenti alla gara per la realizzazione di mercato e centro commerciale. I ricorsi sono stati tutti respinti alla fine del 2002, il progetto ha richiesto in seguito una prima revisione per l’incompatibilità con le nuove normative in vigore, e poi un’ulteriore modifica per aggiungere altri spazi al parcheggio sotto al mercato. Attualmente il deposito non si presenta in alcun modo se non in uno stato di degrado e totale abbandono, in attesa che si dia il via ai lavori promessi.
In sintesi spazio per nuove attività commerciali ce ne sarebbe eccome, poiché il deposito si estende su una superficie di 10.000 mq, ma “giustamente” rimane molto più comodo sacrificare non solo uno spazio culturale ma anche il posto di lavoro di persone che da anni operano con dedizione all’interno del settore della cinematografia. Non solo, la nuova struttura permetterebbe inoltre di riqualificare il quartiere anche in termini di viabilità e immagine, risparmiando in questo modo un importante bene comune.
Sabrina Spagnoli