ROMA, 4 LUGLIO – Fumo al Policlinico della capitale. I vigili del fuoco, ieri, sono intervenuti per circoscrivere un principio di incendio. Il fumo, proveniente dal seminterrato, ha invaso anche alcuni dei reparti ai piani superiori. Non si sono sviluppate fiamme, ma il guasto ha generato del fumo abbondante suggerendo l’evacuazione, a mero titolo precauzionale di 16 pazienti del reparto di Neurochirurgia.
Le ipotesi dei vigili del fuoco sono: cortocircuito, sabotaggio, sistema in tilt per le alte temperature. I vigili del fuoco hanno esplorato le gallerie dell’Umberto I più volte, ma niente: non c’era traccia d’incendio nei tre chilometri di labirinto sotterraneo. Come non c’è traccia di cartone bruciato, niente che possa ricondurre a un incidente di natura dolosa. Restano le immagini che possono fornire le telecamere, su cui contano i dirigenti dell’Umberto I, che fino in fondo ancora non credono al fumo che si propaga da solo senza alcun segno di incendio.
Eppure, conferma il direttore sanitario Luigi Cignarella, “i vigili del fuoco non hanno rilevato gas tossici nell’area riservata all’assistenza ma solo quelle particelle contenute nell’impianto di estinzione”. Alla fine hanno preso in considerazione l’ipotesi che a provocare la fuoriuscita di fumo possano aver contribuito le alte temperature dovute anche al caldo di questi giorni mandando in tilt il sistema di estinzione degli incendi nei sotterranei del Policlinico Umberto I.
“Forse autocombustione, allora – commentava in serata Cignarella – tutte le ipotesi sono buone. L’area comunque è videosorvegliata. E’ chiaro che se non emergerà nulla di strano, prenderà corpo l’ipotesi del guasto tecnico”. Per stabilire le cause dell’episodio oltre a un’indagine interna, la Procura ha aperto un’inchiesta. Sotto accusa dunque l’impianto antincendio anche se il responsabile del Dea Claudio Modini ieri ha precisato “che l’impianto ogni mese viene controllato”. Solo le indagini potranno chiarire cosa è successo in quel tratto delle gallerie.
Valentina Ferrari