Il "corvo" in manette, era l’assistente di camera del Papa

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ROMA, 26 Maggio – Arrivano risposte alle domande riguardo la sparizione delle famose “carte rubate”, e come nei maggiori classici gialli, il colpevole è il maggiordomo. Si tratta di documenti di casa pontificia, evasi dal Vaticano per mano di Paolo Gabriele, colui che rivestiva la carica di “assistente di camera” di Benedetto XVI. E’ stato arrestato dalla Gendarmeria Papale e questa mattina è stato ascoltato durante l’interrogatorio a cui l’ha sottoposto Nicola Picardi, promotore di giustizia.

Benedetto XVI si dice “addolorato per quanto accaduto” e a riferirlo è una fonte vicina al Papa che sottolinea quanto il pontefice si mostri partecipativo alla situazione e colpito da quanto successo. “Sua Santità” invece, è il titolo del libro appena pubblicato di Gianluigi Nuzzi, che ha letteralmente disorientato il Papa.  Il promotore di giustizia Picardi si sta occupando della vicenda pontificia e, da quanto riferito dal portavoce del Vaticano, le indagini avviate dalla Gendarmeria hanno permesso di arrivare al soggetto in possesso di documenti illeciti, che ora è a completa disposizione della magistratura.

Ovviamente il Vaticano cerca di conservare la massima riservatezza sulle indagini in corso, ma l’ipotesi che ci siano dei possibili complici è stata valutata. Infatti Picardi proseguirà le indagini nonostante il fermo di Paolo Gabriele, poiché numerose delle carte evase illecitamente dalla “casa papale”, sembrano non avere un legame diretto con l’appartamenti pontificio. Quest’ipotesi non esclude, bensì fomenta la possibilità che ci siano diverse talpe attorno all’indagine in corso.

“Paoletto” era il nomignolo con cui nei sacri palazzi veniva chiamato il maggiordomo, ritenuto un “familiare” del Papa perché appartenente alla ristretta cerchia di persone ammesse all’interno della così definita “famiglia pontificia”, il laico delle camere papali assieme a quattro laiche coordinate da una suora tedesca. L’ex presidente dello Ior, (Istituto per le Opere di Religione meglio conosciuto come la Banca Vaticana), Gotti Tedeschi, ieri sera si è definito da una parte sfiduciato e dibattuto, e dall’altra ha ribadito il suo sentimento nei riguardi di Papa Ratzinger: “Il mio amore per il Papa oggi prevale su ogni altro sentimento, perfino di difesa della mia reputazione messa più volte in discussione”.

Valeria Racano

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