ROMA, 14 Aprile – Nella giornata di ieri si è scatenato un maxi corteo nella capitale. I sindacati sono scesi in piazza per protestare contro la riforma delle pensioni, affiancati da migliaia di lavoratori iscritti ai tre principali sindacati: hanno risposto all’appello Cgil, Cisl e Uil. Da tutta Italia nelle principali piazze di Roma a protestare e difendere il loro diritto al lavoro e soprattutto alla pensione.
Le bandiere sventolate dai lavoratori rabbiosi e accaniti contro le ingiustizie lanciate da un governo che si definisce “democratico”, raccontano stati d’animo e verità: “Vi divertite con il nostro sudore!”. Questo cantano gli striscioni sventolanti su Roma e nel frattempo continua l’infinita lotta di cifre con il governo. Si parla di ben 65mila “esodati”, o perlomeno sono questi i numeri che il governo ha fornito e Susanna Camusso torna a ribattere con un “non ci convincono affatto questi numeri”, a “La Telefonata” su Canale 5, a cui ha partecipato anche il segretario generale della Cgil che ha aggiunto: “L’Inps dovrebbe fornire dati certi, e non traballare tra una risposta e un’altra. Per sapere il numero esatto degli esodati basta sommare il numero dei lavoratori in mobilità per gli accordi sindacali fatti l’anno scorso, ai bancari del fondo speciale”. La Camusso afferma convinta che “la scelta effettuata ieri dal governo è la scelta di chi non vuole ammettere di aver sbagliato a fare la riforma delle pensioni”, e il segretario della Cgil ritiene che 65mila sia un numero approssimativo e inferiore alla verità delle cose.
Il governo gioca a dare i numeri a proposito di quelle persone che prima del 31 dicembre 2011 hanno, in buona fede, accettato di lasciare l’azienda in cui lavoravano prima del tempo con la certezza di ricevere la pensione entro due anni massimo. Il gioco dei numeretti avrà mai fine?
Valeria Racano