Grassi di Ostia: venne dimenticato in barella, morì il giorno dopo: 4 condanne

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ROMA, 15 Marzo – Si è concluso il processo per la morte di Bogdan May, il clochard di 40 anni morto il 26 ottobre 2005 all’ospedale Grassi di Ostia: quattro condanne e quattro assoluzioni. Il giudice ha condannato a due anni e mezzo di reclusione il medico Alberto Matcovich, mentre ha condannato a due anni gli altri medici accusati: Francesca Mileto e Filippo De Pasquale.

Per tutti e tre i medici l’accusa era di concorso in falso ideologico e materiale, per aver attestato circostanze non corrispondenti al vero nella cartella clinica del clochard e che, in realtà, erano riferite ad un altro paziente. Due anni di reclusione sono stati dati, invece, all’infermiera Simonetta Pepe, con l’accusa di omicidio colposo. Assolti Stella Elisa Russo, agente in servizio presso il posto di polizia dell’ospedale, la dottoressa Anita Morganti e gli infermieri Tiziana Andreoli e Roberto Sansone, tutti accusati, in un primo momento, di omicidio colposo. L’Asl si era costituita parte civile per “danni da cattiva stampa” e per questo motivo i condannati dovranno anche versare un risarcimento danni: una provvisionale che va dai 5 ai 10 mila euro.

Bogdan May era stato trasportato al Pronto Soccorso del nosocomio del litorale romano e qui era stato accolto dalle addette al triage in turno a quell’ora, Pepe e Andreoli. Le due infermiere, però, avevano posizionato il paziente su una barella dopo avergli assegnato il codice bianco, senza alcuna verifica dei parametri vitali di May. Posizionata la barella nella cosiddetta “camera calda”, le due infermiere lo hanno poi completamente abbandonato, senza monitorare le condizioni cliniche del paziente, che per giunta non collaborava e aveva difficoltà ad esprimersi in italiano. Alla chiamata del medico di turno, la dottoressa Morganti, nessuno ha risposto e la dottoressa ha bollato con un “assente alla chiamata” la cartella clinica di May.

Per quanto riguarda l’infermiere Sansone e l’agente Russo, questi avrebbero spostato la barella su cui era posizionato May e l’avrebbero trasportata all’esterno della struttura, dove May è rimasto tutta la notte fino alla morte, constatata il mattino successivo. Così tutti e cinque sarebbero stati accusati di concorso nell’omicidio del clochard. Il falso ideologico, infine, sarebbe stato attestato ai medici Mileto, De Pasquale e Matcovich nella cartella di May, ma in realtà i medici facevano riferimento alla situazione clinica di un altro paziente ignoto e che era entrato nel pronto soccorso lo stesso giorno, ma qualche ora più tardi.

Augusto D’Amante

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