ROMA, 8 Marzo – Un’altro scandalo travolge la sanità romana dopo quello delle Asl e dei pronto soccorso: stavolta sotto i rifleottori c’è la struttura ospedaliera del San Camillo che vede 12 medici indagati per lesioni gravi e omicidio colposo in relazione a delle morti sospette.
Sono proprio i decessi, ben 10, ad attirare l’attenzione della magistratura che ha immadiatamente disposto il sequestro delle cartelle cliniche dei casi sospetti. Il pm Claudia Alberti ha consegnato le informazioni di garanzia ai 12 medici indagati, 11 dei quali operano nel reparto di Chirurgia d’urgenza. L’indagine si lega inevitabilmente a Donato Antonellis, primario del reparto, e segretario regionale del sindacato dei medici Anaao Assomed. Solo pochi giorni fa altri due casi avevano posto l’ospedale di circonvallazione Gianicolense sotto la lente della Procura: il sovraffollamento del Pronto Soccorso, con le foto che testimoniano come vengano effettuati anche massaggi cardiaci e rianimazioni sul pavimento, e quello di Antonellis, già sotto inchiesta per una serie di presunti errori commessi in sala operatoria e portati alla luce dal Tribunale dei diritti del malato dopo le segnalazioni dei parenti delle vittime.
Vicende sulle quali il direttore generale del San Camillo, Aldo Morrone, si era così espresso: “Se le accuse nei suoi confronti verranno confermate, ci costituiremo parte civile. E, ovviamente, se qualche cittadino è stato danneggiato, è sacrosanto che venga adeguatamente rimborsato in sede penale e civile”. Sulla questione a dir poco spinosa interviene anche il governatore della Regione Lazio, Renata Polverini: “Mi auguro, e sono convinta, che la magistratura farà chiarezza” e in merito ai 12 avvisi di garanzia conclude “Stiamo dando tutto il nostro supporto all’attività della magistratura”.
Ma gli scandali relativi alla sanità romana purtroppo non si esauriscono nel caso San Camillo. La procura, infatti, sta indagando anche sulle Asl e su tutti i i pronto soccorso della Capitale. L’inchiesta aperta poco meno di un mese fa sulla base di esposti e denunce da parte di cittadini e anche di operatori del settore sanitario, continua ad allargarsi. Al vaglio degli inquirenti non solo le carenze strutturali e di organico, ma anche riferimenti ad appropriazioni e dispersione di risorse, nonché a modalità di assegnazione di appalti poco chiare.
Marzia Fanciulli