ROMA, 3 Marzo – “L’ho colpita con una manata perché avevo paura che lei, o qualche suo conoscente, mi potesse fare del male”. Così Alessio Burtone ieri si è difeso durante l’interrogatorio del processo che si sta svolgendo davanti alla I Corte d’Assise. Il 22enne romano è accusato di omicidio preterintenzionale per aver uccisa Maricica Hahaianu, l’infermiera romena colpita con un pugno in volto l’8 ottobre del 2010 nella stazione della metropolitana della linea A di Anagnina a Roma. La donna era morta una settimana dopo al Policlinico Casilino.
Il ragazzo, detenuto in carcere, ha risposto alle domande dei giudici e ha ricostruito tutto quanto avvenne quel giorno nella stazione della metro. Burtone ha raccontato che era in fila in un bar per comprare delle sigarette quando la donna era entrata e, senza rispettare la fila, gli era passata davanti. A quel punto, ha continuato Burtone, le feci notare che le file vanno rispettate. Maricica le avrebbe risposto in malo modo, offendendolo e dicendogli “mi fai schifo, porco italiano”. La vicenda non si chiuse lì. Il ragazzo ha raccontato che una volta uscito dal locale, la donna continuò a seguirlo, ad insultarlo e a tirargli degli schiaffi in volto. Dopo aver percorso una settantina di metri, si fermarono e la donna gli sputò in faccia. Al che il 22enne, ha dichiarato, di aver fatto la stessa cosa. Quando però vide la donna mettere la mano in tasca per paura che potesse fargli del male, la colpì con una manata in faccia. L’infermiera romena cadde a terra ma secondo il racconto di Burtone ancora si muoveva mentre era sdraiata per terra. Prima della deposizione del ragazzo in aula è stato mostrato il video ripreso dalle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso alcuni momenti della lite tra i due.
Mariella Laurenza