ROMA, 24 Febbraio – Un noto detto recita “casa e bottega”, ma mai come in questo caso tale frase è stata più veritiera. Cacciato di casa dalla moglie un tecnico radiologo romano è ora costretto a vivere all’interno di una stanza dell’ospedale San Camillo, a causa delle precarie condizioni in cui si è trovato a seguito della separazione con la consorte.
Ad una veloce occhiata sembra trattarsi di un banale ufficio in disordine – come testimoniano le documentazioni fotografiche presentate dall’avvocato dell’uomo assieme agli atti destinati al giudice – con una moka sulla scrivania e alcuni vestiti sparsi, ma con un po’ di attenzione è possibile notare un letto, che altro non è se non una barella. Una mossa sicuramente volta a far leva sulla pietà dei giudici per sottolineare le condizioni alquanto dimesse in cui l’uomo versa al momento.
Di questa storia quello che sconcerta non è di certo la faccenda personale della coppia, quanto il fatto che la struttura ospedaliera che al momento ospita il radiologo, è la stessa in cui una settimana fa un uomo colpito da infarto era stato soccorso sopra un materasso appoggiato a terra. L’ennesima situazione di malasanità con camere piene all’inverosimile e pronto soccorso in stato d’emergenza.
Per il radiologo non si prospetta però un futuro roseo, è stato infatti presentati ai Nas pochi giorni fa un esposto nei confronti dell’uomo, che dovranno a breve decidere se sfrattare o meno l’affittuario abusivo.
Sabrina Spagnoli