ROMA, 23 Febbraio – Si è assistito ad un dietrofront del governo sul tema delle liberalizzazioni per le licenze dei taxi: l’esecutivo ha infatti deciso che saranno i Comuni e quindi i sindaci a fissare, in caso di necessità, nuove licenze per i taxi, dopo aver sentito il parere non vincolante dell’Autorità per i Trasporti.
Tale scelta inverte pertanto i termini della questione rispetto al testo originario del decreto sulle liberalizzazioni: l’articolo 36 attribuiva all’ Autorità dei Trasporti il compito di valutare l’eventuale necessità di incrementare il numero delle licenze delle “auto bianche”, sulla base di un’istruttoria relativa alle varie realtà locali e sentiti in sindaci «allo scopo di garantire il diritto di mobilità degli utenti». Inoltre lo stesso testo prevedeva la possibilità di attribuire licenze part time, mentre l’esercizio dell’attività al di fuori del territorio comunale veniva condizionato all’assenso degli altri sindaci interessati. Al contrario l’emendamento in via di approvazione al Senato, riscritto dai relatori Bubbico e Vicari, attorno al quale si è creato grande consenso, ribalta completamente la situazione, concedendo potere decisionale in materia ai soli Comuni, e lasciando all’Autorità per i Trasporti compito consultativo con possibilità di ricorso contro le scelte dei sindaci presso il Tar. E’ stata inoltre cancellata la possibilità di concedere licenze part time, mentre resta l’opzione per forme di servizio alternative tra cui il taxi collettivo.
Tale correzione di rotta ha però attirato su di sé aspre polemiche da parte di molti. «È un mese e mezzo che sostengo che il governo non può essere forte con i deboli e debole con i forti» ha detto al riguardo il segretario generale della Cisl, Bonanni, alle cui critiche si vanno ad aggiungere quelle dei consumatori, rappresentati da Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori: “Si tratta dell’ennesima sconfitta per il governo Monti, nuovamente battuto dalla lobby dei tassisti: una liberalizzazione dei taxi come quella che si starebbe profilando di fatto annulla qualsiasi beneficio in favore degli utenti”. Si denunciano insoddisfatte anche le rappresentanze degli stessi tassisti: “C’è chi dice che sia passata la linea morbida sui taxi, ma a noi questo non risulta perché la nostra categoria ha concesso moltissimo per migliorarsi ed ampliare il servizio, senza aver ottenuto in cambio alcuna contropartita”.
Chiara Cavaterra