ROMA, 17 Febbraio – Condannati a sette anni di reclusione i due cittadini somali – Adan Kadar e Abdì Yahya, entrambi di 24 anni – che nel febbraio dello scorso anno violentarono una ventenne romana nell’ex ambasciata somala in via dei Villini, a Roma. La sentenza è stata pronunciata dal Gup Elvira Tamburelli, che ha giudicato i due giovani colpevoli di violenza sessuale di gruppo. Per ciascuno degli imputati il magistrato ha anche disposto la condanna a 50 mila euro ciascuno di risarcimento danni in via definitiva.
Il pm Pantaleo Polifemo aveva solllecitato la condanna degli imputati a otto anni di carcere. Per l’avvocato Teresa Manente, che ha tutelato gli interessi della ragazza aggredita, si è trattato di “una sentenza giusta emessa da un giudice che ha valutato la gravità dei fatti con coscienza. E’ stato riconosciuto il diritto della giovane a una liquidazione del danno per l’integrità psicofisica messa a dura prova dall’aggressione”.
Secondo la ricostruzione effettuata dalla procura, tutto ha avuto inizio la sera del 25 febbraio 2011 al momento dell’allontanamento da casa, nella zona del Nomentano, della giovane. La ragazza aveva avuto un diverbio con la madre e aveva cercato conforto nella notte, facendo conoscenza con un somalo nei pressi della stazione Termini. Questo, offertosi di trovarle un riparo per la notte, l’aveva lasciata al piano terra dello stabile in via dei Villini, vecchia sede dell’ambasciata somala. A stuprarla, però, furono altri due cittadini africani, poi incastrati dall’esame del dna ricavato dalle tracce di liquido seminale rinvenute sul cappotto della vittima.
Costanza Ferruzzi