ROMA, 16 Febbraio – Sono stati rinvenuti ieri a Roma, nei pressi di Villa Torlonia, durante gli scavi per il Museo della Shoah, alcuni fusti arrugginiti contenenti probabilmente rifiuti tossici. A seguito della scoperta, l’area è stata recintata, bloccando i lavori di sbancamento per il progetto del museo, e i bidoni metallici, sequestrati in attesa di accertamenti sul loro contenuto.
Immediata la polemica di Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, che ha affermato: «La scoperta di fusti metallici a Villa Torlonia è molto preoccupante. Lascia perplessi anche il silenzio sotto il quale la notizia è passata, nonostante sia stato disposto giustamente un sequestro cautelativo dell’area. Chiediamo al Comune di Roma la massima trasparenza e chiarezza, per comprendere a quale periodo risalgano quei fusti e come siano finiti in un’area così centrale e pregiata, individuando le responsabilità e punendo i colpevoli, ma anche garantendo che non ci siano pericoli per i cittadini».
L’area del ritrovamento, attualmente cantiere per la costruzione del Museo della Shoah, appartiene da quattro anni al Comune di Roma ed è considerata uno dei polmoni verdi della città, cosa che rende ancora più preoccupante il ritrovamento della discarica sotterranea, anche per la vicinanza della zona con altri luoghi di importanza storica come Villa Borghese e Villa Ada. Per questo si attende ora la bonifica dell’area, dove è stato rinvenuto del liquido cristallizzato fuoriuscito dai fusti, ed il responso delle analisi della stessa sostanza.
Chiara Cavaterra