Roma: deposito di spazzaneve inutilizzati durante l’emergenza neve

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ROMA, 7 Febbraio – Non accennano a diminuire le polemiche sulla cattiva gestione dell’emergenza neve che ha colpito Roma nei giorni scorsi. Questa volta ad essere messo sotto accusa è proprio il sindaco Gianni Alemanno.

Le accuse nascono della scoperta di un deposito di spazzaneve di proprietà dell’Ama rimasti, però, inutilizzati mentre la città era nel caos per la neve e molti romani era rimasti bloccati sul raccordo o su altre strade. Il deposito si trova in via Baccelli, a San Baba, dietro un centro per anziani. Sono circa 50 le lame, sia fisse che con i pistoni per girare, che, montate ai compattatori dell’Ama, potevano essere di grande aiuto e invece sono rimaste sotto la neve. Comprate con i soldi dei cittadini sono abbandonate nel deposito da diversi anni e non c’è mai stata fatta manutenzione. E mentre quelle lame erano nel deposito, Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile, ha raccontato che Alemanno, nella notte tra giovedì e venerdì, lo ha chiamato per chiedergli uno spazzaneve.

L’Ama ha, quindi, a disposizione i mezzi ma non possono essere usati perché il primo cittadino di Roma, con un’ordinanza del 14 dicembre 2011, ha stabilito che ad occuparsi delle emergenze dovrà essere una società esterna e dei volontari. L’Ama, che prima doveva far fronte alle incombenze con tutti i mezzi e il personale necessario, ora deve partecipare solo come supporto mettendo a disposizione sei mezzi.

Portata alla luce questa situazione, non sono mancati i commenti indignati da parte dell’opposizione. Athos De Luca, consigliere del comune di Roma, ha dichiarato «Quelle lame spazzaneve non utilizzate sono un monumento allo spreco e all’insipienza. E ciò dimostra che, per salvare la città dall’incubo neve, sarebbe stato sufficiente riuscire a organizzare quello che c’era. Anche perché affidarsi ad Ama avrebbe significato puntare su squadre organizzate, alle quali era sufficiente pagare gli straordinari. Invece si sono affidati alle ditte esterne. E a quei volontari lì».

Mariella Laurenza

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