ROMA, 18 Gennaio – Giornali e Tv non ne parlano, o se lo fanno è in maniera molto limitata, ma la maggior parte dell’Italia è ignara di ciò che sta accadendo in questi giorni in Sicilia. Si apre ora nella regione siciliana un periodo politico noto come i Nuovi Vespri Siciliani, in cui studenti, pescatori, cittadini, comuni, autotrasportatori e agricoltori – forse i più colpiti dalla crisi per l’incapacità del governo regionale di dare delle risposte concrete a tale settore – manifestano pacificamente contro il caro vita e il disagio che le famiglie si trovano ad affrontare per colpa di una politica fallace, e che chiedono solamente sostegno e attenzione. In tutta l’isola si stanno diffondendo presidi cittadini e blocchi su autostrade e ferrovie. Lo sciopero è organizzato dal cosiddetto “Movimento dei Forconi” nato nel 2008 e che ora pretende delle serie risposte da parte del governo Monti. La protesta nasce come movimento apartitico e apolitico, e prende le distanze da Forza Nuova che ha elogiato tale sciopero, motivo per cui in molti hanno cercato di screditare il movimento come vicino all’estrema destra.
“Le manifestazioni di protesta che stanno mettendo in ginocchio l’economia siciliana sono il frutto delle responsabilità del governo nazionale e regionale, che purtroppo continuano ad ignorare le drammatiche condizioni in cui versano tutti i settori produttivi dell’Isola. Le Associazioni di rappresentanza delle imprese siciliane hanno piena consapevolezza del collasso a cui è giunta l’economia siciliana e da tempo la rappresentano all’opinione pubblica e al governo Lombardo. Proprio per questo considerano inaccettabili le forme di protesta adottate in queste ore poiché arrecano ulteriore danno ai cittadini e a tutte le attività produttive peggiorando le condizioni economiche delle imprese. Le associazioni esprimono poi preoccupazione per gli episodi di intimidazione messi in atto nei confronti di imprenditori in numerosi centri e denunciano i tentativi di infiltrazioni criminali e di strumentalizzazioni politiche che nulla hanno a che vedere con le ragioni delle imprese.” Questo è quanto si apprende dal comunicato congiunto delle associazioni degli imprenditori siciliani e che riporta in calce le firme dei vertici regionali di Confindustria, Confartigianato, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori, Cna, Casartigiani, Confapi Sicilia, Confcommercio, LegaCoop, Confesercenti Sicilia, Confcooperative.
I tir che trasportano benzina, prodotti agricoli e tant’altro hanno dunque spento i motori e bloccato i principali nodi autostradali e strade di comunicazione fra paesi e città, compresi porti e raffinerie che producono carburante. La protesta è profondamente sentita su internet e soprattutto sui social network. Per Franco Calderone, del movimento Forza d’Urto (sigla che raccoglie i camionisti aderenti all’Associazione imprese autotrasportatori siciliani), la protesta sta andando avanti in maniera egregia, “lo dimostra – ha affermato – il fatto che spontaneamente la gente si è unita a noi, dandoci la possibilità di organizzare un altro presidio sulla Palermo Agrigento.”
Nonostante l’evento sia di notevole importanza, soprattutto per il clima politico che la popolazione si trova ad affrontare, i maggiori notiziari e testate giornalistiche tacciono l’avvenimento. La paura è in effetti quella che tale iniziativa si propaghi a carattere nazionale, scatenando una delle rivolte più imponenti degli ultimi anni. Tanta la rabbia poiché non viene dato alcuno spazio per risolvere i problemi della gente, e il periodo si pone come momento cruciale per intervenire e per cambiare le regole democratiche ed istituzionali. Un’Italia ormai allo stremo delle forze che non riesce più a contenere il proprio malcontento nei confronti di una politica volta solo al proprio profitto che al benessere del paese.
Sabrina Spagnoli