Roma, 14 gennaio – Grave episodio stamattina al carcere di Regina Coeli. Due detenuti, un romeno e un albanese, sono evasi dalla seconda sezione del penitenziario segando le sbarre delle proprie celle e calandosi fuori con delle lenzuola. La fuga è stato scoperta verso le 8,30 dalla Polizia Penitenziaria e allo stato attuale gli evasi risultano ancora irreperibili.
A preoccupare le istituzioni – con conseguenti polemiche – è l’estrema facilità della fuga, elemento che dimostra per l’ennesima volta la mancanza di organico degli istituti carcerari italiani.
“La sicurezza dell’Istituto penitenziario è inesistente, durante il turno notturno sono in media impiegati 20 poliziotti per assicurare la sicurezza di oltre 1.100 detenuti. In teoria i detenuti potrebbero evadere dalla porta principale”, dichiara Giovanni Passaro, segretario provinciale del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), sostenendo che, vista la situazione, la fuga poteva dirsi “annunciata”. Ed è lo stesso sindacato a lanciare un accorato appello alle cariche dello Stato. “I cittadini devono avere cognizione in quali precarie condizioni di lavoro quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, per altro sotto organico in una struttura fatiscente, assicurano l’esecuzione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale”, conclude sempre Passaro.
Naturalmente d’accordo Eugenio Sarno, Segretario Generale Uil Penitenziari. “La clamorosa, quanto rocambolesca, evasione di due detenuti dalla seconda sezione del carcere romano di Regina Coeli mette a nudo tutte le falle di una politica disattenta verso le criticità del sistema penitenziario”.
Luca Siliquini