Pietro Saviotti: il leader di Casapound Iannone festeggia alla morte del pm su Facebook

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ROMA, 13 Gennaio“Il 2012 si apre con prospettive interessanti… Evviva”. Sembrerebbe una delle solite frasi da social network, quella pubblicata da un certo “Gianluca da Tortuga” sulla propria pagina Facebook. Lo sarebbe se non si riferisse alla morte di un uomo a servizio dello stato, e se a pubblicarla non fosse stato il leader di un centro sociale di estrema destra. E’ Gianluca Iannone, presidente di Casapound, l’autore di questo gesto d’esultanza a seguito della morte di Pietro Saviotti, capo del pool anti-terrorismo della Procura di Roma.

Pietro Saviotti muore stroncato da un infarto. E’ l’11 gennaio, un classico mercoledì mattina di lavoro. La tragica notizia è accompagnata dallo sgomento di collaboratori e conoscenti. Saviotti ha sempre raccolto complimenti e ammirazione per il proprio lavoro, da entrambe le parti politiche. Schivo alle risonanze mediatiche, è stato considerato uno dei massimi esperti di terrorismo in Italia. Titolare di importanti inchieste, tra le quali quella sul gruppo delle Brigate rosse, sulla Strage di Nassiriya, sul fenomeno dei pacchi bomba e sul tifo violento, ha sempre svolto il suo lavoro in modo ammirevole.

“L’Italia ormai è peggio della Corea del nord: tutti devono piangere, chi non lo fa va nei campi di recupero”. Risponde così Iannone, supportato dal suo vice Antonini: lo difende, affermando che sarebbe stato «ipocrita aspettarsi contrizione da parte nostra dato che questo pm ha avuto a che fare almeno due volte con noi».

Iannone non si pente e non si scusa, convinto della legittimità della propria affermazione. E, per tutti gli indignati, replica chiedendo che «stiano tranquilli, quando morirò io potranno vendicarsi»

Anna Maria D’Andrea

 

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