ROMA, 9 Gennaio – “Il momento attuale è segnato purtroppo da un profondo malessere e le diverse crisi, economiche, politiche e sociali, ne sono una drammatica espressione”. Lo ha ricordato Papa Benedetto XVI ai diplomatici accreditati presso la Santa Sede, durante il tradizionale discorso di auguri di inizio anno. Il pontefice ha espresso la sua preoccupazione per una crisi che, nata in Occidente, non ha colpito soltanto i Paesi più avanzati, ma “ha inciso profondamente anche sulla vita dei Paesi in via di sviluppo”, raggiungendo così una dimensione globale.
“La crisi” ha proseguito il Pontefice nel suo discorso al Corpo diplomatico “può e deve essere uno sprone a riflettere sull’esistenza umana e sull’importanza della sua dimensione etica, prima ancora che sui meccanismi che governano la vita economica: non soltanto per cercare di arginare le perdite individuali o delle economie nazionali, ma per darci nuove regole che assicurino a tutti la possibilità di vivere dignitosamente e di sviluppare le proprie capacità a beneficio dell’intera comunità.” Per uscire da una crisi che ha colpito e disorientato soprattutto i giovani, sottolinea ancora Benedetto IV, occorre dunque riscrivere le regole dell’economia a livello mondiale, assicurandone in primo luogo una gestione etica.
Questo l’auspicio del Pontefice che, nel tradizionale incontro tenutosi nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, ha toccato anche altri importanti temi, dalle primavera araba alle violenze contro i cristiani, dalla libertà religiosa alla difesa della famiglia, fino al rispetto dell’ambiente. Nel corso dell’evento, è stato poi reso noto che il prossimo 14 gennaio Benedetto XVI riceverà in udienza il Presidente del Consiglio Mario Monti.
Una particolare riflessione è stata infine dedicata dal Pontefice al rapporto tra Chiesa e Stato, al termine delle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia. Ricordando che “le relazioni tra la Santa Sede e lo Stato italiano hanno attraversato momenti difficili dopo l’unificazione” Papa Benedetto XVI ha però sottolineato come nel tempo abbiano “prevalso la concordia e la reciproca volontà di cooperare, ciascuno nel proprio ambito, per favorire il bene comune.”
Francesca Garreffa