ROMA, 13 DICEMBRE (TG24) – La burocrazia colpisce ancora. A rimanere incastrato questa volta tra le maglie dell’incomprensibile è stato uno studente di giurisprudenza. La sua colpa? Essere troppo bravo, bravissimo.
Dopo aver completato in due anni i 29 esami previsti per i quattro anni di laurea in Legge, Luca chiede la Tesi per laurearsi a novembre con la media del 28,8. Ma a fermare lo studente nella corsa se non sono stati gli esami, è stata l’Università la Sapienza. Il preside della facoltà di Giurisprudenza Mario Caravale, gli impone di aspettare due anni poiché prima non può laurearsi.
Luca non si arrende, e dopo aver parlato anche con il Rettore dell’Università romana, si rivolge ad un avvocato e fa ricorso al Tar. A sconvolgere nella vicenda è la tempistica della burocrazia che se è pronta a fronteggiare gli studenti fuori-corso, non riesce però a tutelare l’eccellenza.
A farsi largo tra tutte le perplessità un quesito: se tutti gli studenti finissero gli esami prima del tempo, quante tasse perderebbe l’Università?
Romina Delmonte