ROMA, 9 Dicembre – Ancora aumenti sul fronte dei costi del carburante: è un periodo nero per coloro i quali si avvicinano ai distributori. Non ha tardato a farsi sentire, infatti, l’effetto del decreto “Salva Italia” nonostante la decisione da parte delle compagnie di tenere fermi i listini, fatta eccezione per IP che ha ridotto di 0,7 centesimi il prezzo del diesel.
Nel giro di un anno i prezzi sono saliti a livelli vertiginosi. Nel dicembre del 2010, infatti, la benzina costava 1.37 euro al litro mentre oggi, in alcune regioni italiane, supera quota 1 euro e 70 centesimi: al Sud la verde raggiunge punte massime di 1,766 euro al litro, mentre il gasolio di 1,724. Come risulta dai dati riportati dal Quotidiano energia, il prezzo medio praticato della benzina va oggi dall’1,708 euro/litro (Esso) all’1,716 (Tamoil); per il diesel si passa dall’1,685 (IP) all’1,700 (Tamoil).
Federconsumatori e Adusbef denunciano questa situazione parlando di “costi insostenibili” e precisano, inoltre, che “è inaccettabile che, ogni volta che si presenti la necessità di reperire urgentemente le risorse, si ricorra sempre alle accise sui carburanti, senza pensare alle pesantissime conseguenze che tali aumenti comportano per i cittadini”.
L’aumento dei prezzi dei carburanti produce effetti che si ripercuotono non soltanto sugli automobilisti. In questo senso, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – Presidenti delle due associazioni – spiegano che tali aumenti “agiscono come pericolosissimi moltiplicatori sui prezzi dei beni di largo consumo trasportati in larga parte su gomma”.
Tiziano Giuseppe Raucci