ROMA, 02 DICEMBRE – Aveva già fatto discutere nei giorni scorsi la notizia che Giovanni Scattone, uno dei due assistenti universitari condannati per l’omicidio della studentessa Marta Russo all’Università La Sapienza di Roma il 9 maggio del 1997, fosse stato chiamato a fare da supplente di Lettere e Filosofia al Liceo Cavour sempre nella capitale, lo stesso in cui si è diplomata la ragazza prima di iscriversi all’università.
Genitori e studenti dell’Istituto si sono trovati a fare fronte comune nelle accese proteste contro quello che è parso quantomeno un affronto alla memoria di Marta, reiterando manifestazioni che si sono ripetute praticamente ogni volta che Scattone s’è trovato a ricoprire anche solo temporaneamente la funzione di educatore, funzione che nell’opinione di molti dovrebbe essergli preclusa a fronte del gesto che gli è stato attribuito.
L’ex assistente, scontata la pena e reintegrato nella possibilità di esercitare pubblici uffici, ha ritenuto stavolta opportuno lasciare la supplenza, pur proclamando di essere all’oscuro che quella fosse la scuola frequentata da Marta Russo e continuando ad affermare la sua innocenza.
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Matteo Borile