ROMA, 26 Ottobre – Due le vittime cadute nella trappola di un usuraio. L’uomo prestava del denaro a dei piccoli imprenditori, con la costrizione di dover fornire titoli e assegni a titolo di garanzia, con l’imposizione di tassi d’interesse del 120% all’anno. Arrivati alle scadenze precedentemente pattuite, se la vittima non era in grado di estinguere il debito, subiva minacce o peggio, violenza.
L’indagine è stata avviata lo scorso aprile dagli agenti del commissariato San Basilio, a seguito della denuncia di una delle vittime, che essendosi trovato in un periodo difficoltoso aveva ricevuto da parte dell’usuraio, presentato da dei conoscenti, due milioni di lire restituiti con un tasso del 10% mensile dopo tre mesi. In seguito, la vittima è ricorsa più volte all’usura richiedendo somme molto più alte, che diventavano esorbitanti con la maggiorazione dei tassi d’interesse fino ad arrivare a 84.000 euro.
Nell’aprile del 2010 l’uomo si è visto arrivare una notifica di pagamento da parte del legale del “cravattaro” per la restituzione dei soldi dati in prestito. Non avendo responso l’usuraio, un uomo abruzzese 59enne, è passato direttamente alle minacce telefoniche. In seguito, è avvenuta un’aggressione a viso scoperto ai danni della vittima ed intimidazioni alla famiglia da parte del 59enne e tre suoi complici. La vittima ha deciso di rivolgersi alla polizia per denunciare tutto. Gli investigatori sono riusciti ad arrivare anche al conoscente che presentò l’usuraio all’uomo ed hanno appurato che anche lui è caduto nella rete dell’usura.
Il noto “cravattaro” è stato arrestato in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Roma con l’accusa di usura, lesione ed estorsione. Sequestrati anche tutti i conti bancari. Prosegue, al momento, l’indagine per scoprire eventuali altri “clienti”.
Sabrina Spagnoli