ROMA, 7 OTTOBRE – “Svegliati Italia, noi i diritti non li paghiamo”, è questo uno degli slogan della manifestazione studentesca tenutasi nella capitale questa mattina contro i tagli all’istruzione avanzati nella recente manovra economica bis e approvati dal Governo.
E’ stata una mattinata di tensione. Il corteo di manifestanti dopo aver attraversato Lungotevere Ripa, ha deviato il percorso previsto, cercando di passare per Viale Trastevere e raggiungere il Ministero della Pubblica Istruzione. Trovando la strada bloccata da un cordone di agenti in tenuta anti sommossa, gli studenti hanno ripreso il percorso prestabilito, raggiungendo il Ministero e proseguendo verso la stazione Trastevere. I ragazzi sono stati fermi nella decisione di farsi ascoltare. Palloncini pieni di vernice e uova sono state lanciate contro un cordone che bloccava la strada. Alcuni con il volto coperto da passamontagna, bandane e caschi hanno anche lanciato qualche sasso contro un’agenzia dell’Unicredit. Un gruppo di manifestanti poi, si è diretto verso la stazione Ostiense dove sono stati occupati i binari da 1 a 4, bloccando la normale circolazione dei treni, per una quindicina di minuti.
La Questura è stata molto impegnata nella gestione del blocco studentesco, anche a causa del traffico in tilt e del fatto che “all’iniziativa preavvisata se ne sono aggiunte ulteriori di minore portata, che hanno richiesto una riorganizzazione dei servizi, anche alla luce dei ripetuti cambiamenti di direzione del corteo rispetto a quanto preventivato in sede di preavviso dai promotori”. Si sono documentate tutte le iniziative della manifestazione e sono decine i ragazzi identificati sui quali si sta discutendo sull’ipotesi di denuncia per reato di manifestazione non preavvisata e interruzione di pubblico servizio.
Il sindaco Alemanno ha espresso le sue preoccupazioni sul problema della gestione degli scioperi e ha ribadito che “servono delle regole ben precise e condivise: dobbiamo garantire il diritto di manifestare a tutti, ma anche il diritto alla mobilità. Mi auguro, quindi, che ci sia responsabilità da parte di tutti”. Intanto gli scioperi non finiscono, è prevista per sabato 15 ottobre la “Giornata europea di mobilitazione contro le politiche della Bce, del Fmi e dei governi nazionali”, a cui parteciperanno migliaia di “indignados” che mirano a “dar vita a un percorso di mobilitazione permanente per la difesa dei diritti, del lavoro e della democrazia, contro le politiche anticrisi che difendono profitti e speculazione”.
Letizia Ferro