ROMA, 4 Ottobre – Episodio imbarazzante per l’Arma dei Carabinieri della capitale. Ieri, un brigadiere di 38 anni è finito in manette per un furto commesso il 13 aprile del 2010.
L’uomo, allora in servizio presso la stazione dei carabinieri di Cinecittà, riuscì a sottrarre 17 chili di hashish che erano stati sequestrati nel corso di un’operazione antidroga, inscenando un finto furto. Montò una corda con un rampino alla finestra per far credere che qualcuno fosse entrato dall’esterno e si fosse impadronito della droga.
Ma, sfortunatamente per il brigadiere, è stato proprio quel rampino ad incastrarlo. Il suo Dna è stato, infatti, trovato sull’oggetto in questione ed ha consentito ai magistrati di poter risalire a lui. Sono perciò scattate le manette per il brigadiere di Cinecittà, che dovrà rispondere di tre reati: peculato, simulazione di reato e detenzione di stupefacenti.
Ma non finisce qui. Due carabinieri, colleghi del brigadiere, sono stati arrestati dai carabinieri del nucleo investigativo. Non avevano preso parte al furto, ma erano anch’essi coinvolti in una storia di droga. Dagli accertamenti è, infatti, emerso che i due carabinieri, che prestavano servizio insieme al brigadiere presso la caserma di Cinecittà, nascondevano droga per conto di uno spacciatore, arrivando a conservare fino a un chilo di cocaina.
Anche per loro sono perciò scattate le manette, e dovranno rispondere dell’accusa di detenzione di stupefacenti e di armi. Oltre alla droga, è stata infatti rinvenuta anche una pistola di proprietà dello spacciatore.
Francesca Garreffa